
Il Ponte Meier, vanto architettonico e simbolo del “nuovo che avanza”, oggi avanza sì, ma verso il degrado.
Alcuni listelli della passeggiata pedonale si sono completamente staccati, sollevati come onde nel legno, fuori sede e fuori controllo.
Il Comune ha prontamente posizionato delle transenne, perché si sa, niente dà più senso di sicurezza di un po’ di ferro arrugginito e magari qualche nastro svolazzante.
Eppure, proprio nei giorni in cui l’assessore Michelangelo Serra, in quota 5 Stelle, annunciava trionfante ai microfoni di Radio Gold l’ottenimento del tanto agognato collaudo tecnico-amministrativo, finanziato non con pacche sulle spalle ma con un lauto contributo pubblico, il ponte mostrava ancora una volta le sue fragilità.
Secondo quanto riportato, il Comune ha sborsato 55.000 euro per un sistema di monitoraggio in tempo reale, e promette altri 50.000 euro annui per la manutenzione ordinaria: una pioggia di soldi, ma solo sulla carta.
I lavori per il 2024? Rinviati, per “mancanza di fondi”.
Quelli del 2025?
Non si sa…
Il ponte, inaugurato nel 2016, ha iniziato a mostrare i primi segni di cedimento già un anno dopo: parapetti ballerini, pavimentazione in legno deteriorata, e ora, pezzi che si alzano come se volessero andarsene da soli.
A questo punto, viene da chiedersi: ora che il Comune ha ottenuto il collaudo tecnico amministrativo e ha sbandierato efficienza, non toccherebbe proprio a lui intervenire con urgenza?
Oppure si aspetta che i problemi si accumulino così da risolverli tutti in un colpo solo, magari con una bella foto di rito davanti al nastro?
O peggio ancora, si attende l’inevitabile, come a dire: “Sì, i lavori inizieranno quando i cittadini vedranno il Tanaro sotto i loro piedi”? Punto di domanda, ovviamente. Perché di certezze, sotto questo ponte, ormai ne passano poche.
Vanni CENETTA





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