Peste suina, l’incontro con il Commissario è un mezzo fiasco

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

Confagricoltura Piemonte: “Gli allevatori non ce la fanno più! E’ tempo di uniformare l’applicazione del decreto per salvare il comparto”

Chi sperava che il commissario speciale per la peste suina africana desse risposte soddisfacenti per il contenimento dei cinghiali è uscito deluso da Palazzo Monferrato. L’incontro voluto da Confagricoltura partita proprio dalla provincia di Alessandria è tutt’ora in corso e non accenna a diminuire nonostante soldi buttati per una recinzione pressocché inutile e tante restrizioni dannose per l’economia rurale. Anzi

Al commissario straordinario, nell’incontro di ieri, gli allevatori hanno ribadito che il comparto è in sofferenza e hanno chiesto misure pragmatiche e attuate uniformemente.

Confagricoltura Piemonte ha organizzato questo pomeriggio un incontro con il Commissario straordinario alla PSA, Vincenzo Caputo.

A moderare gli interventi, il rappresentante nazionale della filiera suinicolaRudy Milani che al termine dell’evento ha così commentato: “Ringraziamo il dott. Caputo per la disponibilità ad incontrarci, a illustrarci lo stato dell’arte e, soprattutto, per aver accettato di dialogare con i produttori della filiera suinicola, ormai all’esasperazione per la situazione in cui versano. La preoccupazione di veder chiudere l’attività imprenditoriale di una vita ormai è accompagnata dalla rabbia, nata dal fatto che i settori della trasformazione sono rimasti finora estranei, sottovalutando il problema la mancanza della materia prima. Ora, che la filiera si sente in toto minacciata, si fanno avanti chiedendo interventi massivi da noi sollecitati già da molto tempo“.

La superficie interessata all’epidemia da Psa è aumentata di almeno quattro volte rispetto all’area inizialmente identificata, raggiungendo il cuore della filiera di produzione e trasformazione: Parma. Diversi paesi extra UE (Cina, il Giappone, Taiwan, Cuba, Messico, Thailandia, Uruguay), già dal gennaio 2022, hanno bloccato in toto o in parte (Brasile, Argentina, Perù, Serbia) le importazioni di prodotti a base di carne suina. Il rischio oggi è che altre realtà internazionali blocchino il mercato italiano, mettendo in ginocchio imprese, lavoratori e famiglie intere.

Confagricoltura si è fatta fin da subito portavoce del timore e delle richieste dei produttori, cercando di salvaguardare il Made In Italy che ci distingue in campo alimentare. Torniamo a chiedere oggi interventi decisivi, operatività concreta, la creazione dei distretti suinicoli di cui ci ha parlato il commissario, con aree di vuoto sanitario superiori ai 15 km e l’applicazione fedele del Decreto di settembre 2023, utilizzando ogni metodo a disposizione delle aree coinvolte. Non dimentichiamo che le Regioni devono farsi parte attiva erogando ristori, necessari per aumentare la biosicurezza delle aziende e tutelare le economie locali” ha evidenziato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte.

In chiusura, Gianna Parmigiani, membro di Giunta di Confagricoltura, ha rimarcato l’importanza di calendarizzare incontri divulgativi per evitare allarmismi tra i consumatori: la patologia che colpisce gli ungulati, infatti, non è trasmissibile all’uomo e i prodotti commercializzati sono rigorosamente sicuri.

Agricoltori Autonomi Italiani

Anche il presidente degli Agricoltori Autonomi Italiani, Gabriele Ponzano, è uscito insoddisfatto per le risposte ricevute dal ‘burocrate’ Caputo, che non ha chiarito sui distretti suinicoli e sui ristori da danni.