Siamo tornati, a distanza di poche settimane, davanti alla Centrale del Latte di Alessandria, un tempo simbolo di sostenibilità e benessere animale, ora emblema del declino e dell’abbandono. I cartelli del sindacato CGIL, vestigia di una lotta sindacale iniziata con fervore, sono ancora visibili, testimoni silenziosi di un tentativo fallito di salvare un’azienda che aveva rappresentato molto più di un semplice polo economico per la città.
La lotta sindacale, che aveva visto il sindacato CGIL in prima linea, sembrava promettere un impegno duraturo per sensibilizzare le forze politiche e imprenditoriali sul destino della Centrale. Tuttavia, a distanza di poco tempo, tutto è crollato. Nonostante le parole accese del segretario della CGIL, il presidio e l’occupazione della struttura, finalizzati a salvare questo patrimonio culturale ed ecologico, sono stati abbandonati.
Ciò che resta oggi sono i brandelli di bandiere lasciate cadere a terra, come ammainate, metafora perfetta del decadimento e della disillusione. La centrale è ora vuota, con i cancelli chiusi e nessun lavoratore all’interno. Il segno più evidente dell’abbandono totale è stato il recente saccheggio subito dalla struttura: ladri, approfittando della mancanza di vigilanza, hanno portato via ciò che ancora aveva valore.
L’abbandono della Centrale del Latte di Alessandria non ha solo un impatto economico, ma rappresenta la fine di un’era per un’intera comunità. Cinquanta famiglie, cinquanta operai, hanno perso il loro lavoro e le loro speranze. Nonostante gli investimenti fatti e le aspettative della popolazione, la sensazione di disinteresse e disillusione pervade la città.
Il destino di questi lavoratori è incerto, molti di loro non percepiscono la cassa integrazione o la ricevono a zero ore. Questo vuoto economico e sociale è stato già riempito da altre centrali del latte, rendendo improbabile un ritorno della storica azienda.
Ciononostante, c’è chi non si arrende all’idea dell’abbandono definitivo. C’è ancora chi crede in una possibile rinascita, un’utopia forse, ma una speranza che potrebbe alimentare nuovi progetti e nuove iniziative. Si rilancia quindi la proposta di lavorare per un recupero e una valorizzazione della struttura, ripercorrendo la strada che aveva portato alla sua costruzione iniziale: creare un’azienda moderna, sostenibile e imprenditorialmente solida.
Il futuro della Centrale del Latte di Alessandria è incerto, ma la sua storia, fatta di impegno, sostenibilità e comunità, merita di essere ricordata e, forse, riscritta.
Commenta per primo