Smart city, mazzata da 16 milioni di euro per Amag

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  • E’ la richiesta di risarcimento avanzata dalle società ‘licenziate’ contenuta nel ricorso al Tar del Piemonte
  • Si lavora per una mediazione che non prosciughi le casse del Gruppo

Non c’è pace per Amag: sedici milioni di euro di risarcimento. A tanto ammonta la richiesta di Green Wolf e delle altre società consorziate, escluse dall’affidamento del progetto smart city che avrebbero dovuto gestire l’illuminazione pubblica e la raccolta differenziata con i cassonetti digitalizzati.

Per un pasticciaccio con Amag Ambiente e l’affidamento del servizio in house illegittimo (era intervenuta l’antitrust), il progetto è stato eliminato: meglio pagare una penale che fare un bagno di sangue per i prossimi anni, hanno pensato i manager della multiutility e del Comune.

Il conto salatissimo

Peccato che la cifra ipotizzata in un primo momento sia di gran lunga inferiore a quella richiesta ufficialmente. 500 mila euro al massimo proposti da Amag, 16 milioni quelli lamentati da Green Wolf & C., di cui 600 mila di danno emergente (perdite e danni diretti e immediati). 14 milioni sono stati quantificati a titolo di ‘lucro cessante’ (perdita di guadagno). Oltre un milione il danno curriculare.

Alla base della richiesta milionaria ci sarebbe l’indisposizione del Gruppo Amag di separare i due filoni (luce e spazzatura) e di affidare eventualmente la parte dei lampioni, libera da vincoli. Niente di niente. Così, dopo trattative informali, si sarebbe abbattuta l’ira giudiziaria delle imprese aggiudicatarie.

Sedici milioni di soldi pubblici, dal momento che il primo azionista di Amag spa, capogruppo di tutte le sorelle minori che si occupano di gestione calore, acqua, trasporti e ‘monnezza, è il Comune di Alessandria. Insieme a 52 Comuni alessandrini e astigiani, più l’Unione Montana Langa Astigiana Val Bormida.

Amag trema per il rischio bancarotta (è comunque probabile che le parti arrivino ad un risarcimento intermedio), dai palazzi nessun commento∎