Dopo il de profundis della smart city come era stata sbandierata negli ultimi anni per l’illuminazione pubblica e la gestione intelligente dei rifiuti nel comune di Alessandria, che fine farà il consorzio Amag Servizi, nato quasi esclusivamente come centrale di committenza con lo scopo di gestire il nuovo progetto?
In tutti questi anni in cui il Consorzio (nato nel luglio 2020) ha comunque operato e speso – dai 2.500 euro per l’atto notarie alle spese per consulenti, commercialisti, avvocati – anche se più volte ex amministratori avevano sottolineato le competenze sovrapposte a quelle della holding Amag.
Un doppione, insomma, creato anche per monitoraggio e/o gestione dei contratti affidati, per l’acquisizione di forniture, servizi o lavori e per aggiudicazione di procedure ad evidenza pubblica. Ma perché? Di solito operazioni del genere si mettono in atto per avere una sorta di controllo diretto o quando non ci si fida di amministratori e funzionari in carica: si crea una società ad hoc, scavalcando ogni altro ufficio e ogni altra competenza per avere la certezza di portare a termine un determinato lavoro, senza intoppi.
Tramontata la smart city resta la scatola più o meno vuote dal Consorzio Amag Servizi che non è neppure partita e già ha fatto spendere dei soldi pubblici.
Per ora non ci sono certezze.
Commenta per primo