Cesare Rossini: “Logistica del futuro? Ad alto valore tecnologico”

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  • La logistica del futuro, l’Alessandria Calcio, il relax in montagna. Il presidente della Fondazione Slala Rossini racconta e – come non capita spesso – si racconta

1 – Come giudica gli sviluppi della logistica in provincia di Alessandria?

Credo di poter dire che i risultati sono sotto gli occhi di tutti, a cominciare da quello che sta avvenendo sul territorio del Comune di Tortona. Tra sviluppi in corso e potenzialità sulle quali si sta lavorando, la provincia alessandrina, dal Tortonese al Casalese, ha di fronte a sé un futuro di grande interesse in quanto, alzando lo sguardo verso la Liguria, l’alto Piemonte e la confinante Lombardia, si possono registrare iniziative private che stanno sfruttando le opportunità di insediamento nei singoli territori, all’interno di una cornice di sistema che vede l’intera area del Nord Ovest impegnata in progetti di crescita che vanno dal Mediterraneo al Nord Europa. 

2 – Nel capoluogo forse si è un po’ più indietro, soprattutto con le ferrovie?

Sul fronte logistico direi proprio di no, come dimostrano gli insediamenti che stanno prendendo corpo, a cominciare da Amazon nella zona industriale D8. Ricordo che il mondo della logistica è complesso e non ci si può limitare ad analizzare solo alcuni aspetti, perché tutti gli elementi sono interconnessi. Strade e binari sono funzionali a un modello di sviluppo che lega il trasporto, la logistica in senso stretto, la gestione delle merci, come avviene all’interno dell’Interporto di Rivalta Scrivia, la successiva lavorazione. La presenza in contemporanea di diverse modalità di trasporto è il valore aggiunto di un territorio. Ad Alessandria è in corso il lavoro dei Tavoli tecnici previsti dal Protocollo per lo scalo di Alessandria Smistamento. Il quadro definitivo lo conosceremo a fine anno. 

3 – Fondazione Slala ha progetti attivi anche nelle province limitrofe, ne vuole parlare brevemente?

Slala è impegnata a mettere a disposizione dei soci le competenze dei propri consulenti. Abbiano in Fondazione realtà istituzionali e operatori privati piemontesi e liguri. Siamo a loro disposizione come sta avvenendo, per esempio, per il progetto del casello di Predosa, oppure l’ipotesi della bretella Predosa – Strevi – Acqui – Carcare, o, ancora, lo sviluppo di iniziative mirate per il distretto orafo valenzano.

4 – L’interrogativo futuro è: che logistica sarà? Mero facchinaggio pagato poco o grandi hub tecnologici all’avanguardia? A Piacenza, terra di logistica, i grandi player stanno se ne stanno andando o ridimensionando. Dobbiamo temere che tra 20 anni anche il nostro territorio si spopoli perché non più “sul mercato”?

La logistica del futuro è ad alto valore aggiunto tecnologico. Bisogna sempre distinguere fra gestione ordinaria di un magazzino generico, dove l’attività si esaurisce in carico, scarico e smistamento di merce, e logistica avanzata, dove larga parte dell’attività è automatizzata e digitalizzata e l’azione dell’uomo è finalizzata alla gestione di processi complessi. Quello che sta accadendo a Piacenza non è tanto un ridimensionamento, quanto l’assestamento di un tessuto cresciuto molto rapidamente e che ora impone una governance dei processi più stringente. 

5 – Al di là delle promesse più o meno elettorali dei politici, a che punto siamo con il casello e la bretella a Predosa?

Non parlerei di promesse elettorali, bensì di un percorso concreto che ha visto finora il territorio compatto nella messa a punto di un’ipotesi progettuale integrata da analisi dei flussi e da un dettagliato quadro economico, grazie alla collaborazione dei consulenti messi a disposizione da Slala. Edoardo Rixi, viceministro a Infrastrutture e Trasporti, lo ha detto chiaramente durante il recente incontro con gli amministratori pubblici della zona: “Dovete presentare il prima possibile l’istanza per il nuovo casello, completata dagli studi e dalle analisi che avete svolto finora, al ministero. Poi sarà avviato il confronto con il concessionario per la progettazione”. Questo è il livello della decisione finale, il territorio ha fatto la sua parte.

6 – In un paio di occasioni si è occupato personalmente anche di sport, senza essere tifoso. Chi glielo ha fatto fare? Scherzi a parte: è più difficile mettere d’accordo una cordata per l’Alessandria Calcio o far funzionare lo smistamento ferroviario di Alessandria? Che sport segue?

Nell’ambito dell’operazione che ha portato alla composizione di questa nuova cordata per l’Alessandria Calcio io mi sono occupato dell’aspetto relativo al diritto societario e sportivo.

Personalmente mi piace la montagna, all’insegna del relax.

7 – Le hanno mai chiesto di entrare direttamente in politica?

No. Forse perché la politica sa quale potrebbe essere la mia risposta.

8 – Per ruolo e indole mediaticamente si espone poco e mantiene sempre un aplomb inglese. Ma c’è qualcosa che la fa veramente arrabbiare? 

Quando accade cerco di non darlo a vedere.

9 – Alessandria, come città, le piace? Come la migliorerebbe?

Come tutte le realtà urbane, non mancano i pro e i contro. Non mi voglio sottrarre alla domanda, ma semplicemente non basta dire ‘farei questo, farei quello’, bensì indicare soluzioni precise, sostenibili, integrate in progetti di sviluppo. Questo è il compito dei pubblici amministratori. Io ho delle idee, ma è la visione di un semplice privato cittadino.

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