Proviamo a ragionare sulla relazione tra l’inquinamento atmosferico e la diffusione del coronavirus. In un un video riportato sul canale Byoblu l’inquinamento atmosferico viene definito il “convitato di pietra” di cui nessuno parla ma che risulta preoccupante ed invasivo.
In questo documento n Loretta Bolgan che è una dottoressa di ricerca in scienze farmaceutiche mette in relazione l’inquinamento atmosferico e la diffusione più massiccia del Covid 19 causa complicazioni dell’apparato respiratorio. In particolare viene esaminata la situazione della Pianura Padana e vengono citati alcuni studi europei sulla qualità dell’aria nei quali si evince che, negli ultimi anni,almeno 80.000 persone sono morti prematuramente a causa dell’inquinamento atmosferico dell’aria in questa zona d’Italia. Sempre in questa zona dai dati esaminati
si registra che per almeno sei mesi l’anno le soglie, previste per legge, di percentuale delle PM sono superate regolarmente. La presenza di particolato nell’aria è un fattore che predispone lo stato di infiammazione dei polmoni e dell’apparato respiratorio e che facilita l’insorgenza di numerose altre patologie collegate poi alla presenza del coronavirus. Ecco che queste condizioni debilitanti possono favorire lo sviluppo virulento del virus nell’ individuo che presenta questo stato fisico. Non per niente questo potrebbe essere un motivo per cui nelle zone della nostra Pianura Padana l’epidemia è stata così virulenta e aggressiva.
Questo insieme di dati relativi all’inquinamento atmosferico sono dunque un possibile fattore di rischio rispetto alle complicazioni derivanti dall’infezione del virus.
Questa correlazione la si può anche notare dallo studio che l’Università di Harvard ha pubblicato attraverso uno studio in cui avrebbe scoperto che le persone che vivono in aree dove i livelli di inquinamento atmosferico sono elevati hanno maggiori probabilità di morire a causa del Covid-19 rispetto a coloro che risiedono in aree meno inquinate.
La situazione è talmente seria che secondo gli scienziati del governo americano il coronavirus potrebbe uccidere tra 100 e 240 mila cittadini negli Stati Uniti
Questa ricerca ( durata fino al 4 aprile 2020), che ha coinvolto oltre tremila Contee negli Stati Uniti e il 98% della loro popolazione, e altre variabili socio-economiche e comportamentali,inclusi obesità e fumo, ha registrato un forte aumento della mortalità di coloro che vivono in zone fortemente inquinate rispetto a cittadini che vivono in zone meno esposte.
Secondo gli scienziati di Harvard anche un piccolo aumento dell’esposizione a lungo termine alle PM 2.5 porterebbe a un grande aumento del tasso di mortalità con l’entità di un aumento di 20 volte rispetto alla mortalità per tutte le altre cause.
Le persone dunque che sono stati esposti per lungo tempo ad aree inquinate rischierebbero maggiormente la morte per complicazioni legate al coronavirus rispetto ad altri che hanno vissuto in zona con aria più pulita
Anche l’Istituto Superiore di Sanità in una nota del 10 aprile 2020 afferma che è necessario approfondire il nesso inquinamento covid-19 .
I’Istituto Superiore della Sanità è qui troppo prudente mentre ad Harvard negli Stati Uniti hanno dimostrato che c’è una correlazione diretta cioè le persone che vivono in zone dove forte inquinamento, hanno molta più possibilità di ammalarsi di questo virus perché in generale hanno le difese immunitarie più basse.
In Italia il dibattito all’interno della comunità scientifica ha prodotto due posizioni quella della Società Italiana di Medicina Ambientale che sostanzialmente abbraccia la tesi dell’università di Harvard, mentre la Società Italiana di Aerosol si mostra più scettica e non così incline a evidenziare la correlazione tra inquinamento atmosferico e facilitazione delle complicazioni polmonari dovute al coronavirus.
l’insieme di queste riflessioni ci porta a concludere che la cura dell’ambiente e in particolare dell’aria è una condizione necessaria ad impedire l’eventuale insorgenza di complicazioni patologiche anche derivanti, come nell’attuale situazione, da virus incontrollabili.
Luigi MANZINI
Inquinamento e covid 19: relazioni pericolose
La Pulce nell’Orecchio
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