“Carcerazione sanitaria” e sospensione dei diritti costituzionali

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 Oramai da più parti si comincia a segnalare sempre più episodi e intenzioni che manifestano  una voglia veicolare surrettiziamente un  sistema totalitario di compressione totale dei diritti e delle libertà tramite questa strana emergenza sanitaria aperta a tempo indefinito.

Una specie di dittatura sanitariamente corretta, controllata dalla Scienza con la S maiuscola (che è in disaccordo su tutto, peraltro, e alimenta solo il caos) e da supertecnici? Perchè quando si inizia a parlare di test psicologici, braccialetti elettronici, tracciabilità varie, misure economiche draconiane, scelte politiche inevitabili ed esiziali, nuovi modelli economici e sociali calati dall’alto, francamente, il dubbio dovrebbe iniziare a sorgere.

Soprattutto dovrebbe sorgere dopo due mesi di carcerazione sanitaria, con la limitazione quasi totale della libertà di movimento e con il sistema economico portato ai limiti del collasso. I diritti costituzionali ci saranno restituiti oppure saranno dissolti per sempre nel coronavirus? 

Possiamo dunque cominciare a ragionare sulla situazione che stiamo vivendo, sulla situazione da reclusi in casa che ci tocca soffrire 

Tutto ciò al netto della covid-19, cioè se facessimo finta che il covid 19 non ci sia, quello che stiamo materialmente vivendo  è la prova tangibile di che  cosa significa vivere in una dittatura.

 Premetto che non  si sta affermando che questa sia una dittatura perché chiaramente ci troviamo di fronte ad un’emergenza conclamata in cui lo Stato ha disposto  misure straordinarie e necessarie  però il coronavirus  sta offrendo tra tutti i problemi anche una occasione irripetibile per capire e chiarire, a noi stessi in primis, cosa significa vivere uno stato totalitario, esattamente ciò che tutti noi  stiamo sperimentando in questi giorni : impossibilità uscire di casa se non per comprovate circostanze eccezionali motivi, impossibilità di di poter camminare ( qualcuno ironicamente ha fatto anche riferimento alla necessaria “patente” per camminare)   manca poco che per uscire andare a portare il cane a fare la pipì in giardino ti ferma qualcuno  che ti chiede la motivazione, i documenti ecc

Ci si  rende  conto che queste, pur non avendone  ancora consapevolezza, sono  con tutta evidenza, misure tipiche di uno stato totalitario e dittatoriale.

Ma dobbiamo sempre ricordarci che lo stato che stiamo vivendo in questi giorni  è uno stato di eccezione  e in questo senso la limitazione alla circolazione delle persone è  prevista  dall’articolo 16- primo comma- della nostra Costituzione che prevede il diritto alla libera circolazione ma salvo “comprovate circostanze eccezionali” che attendono a due sole ipotesi: la sicurezza e la salute e ovviamente siamo all’interno di questo ambito.

 Però dobbiamo sempre ricordare che lo stesso articolo 16 della Costituzione vieta le limitazioni della circolazione per motivi politici.

Allora   non si afferma che oggi ci troviamo di fronte a una violazione dell’articolo 16 secondo comma però se noi non stiamo attenti   è molto facile slittare sul piano inclinato,  affrontato il quale,  è possibile trovarsi di fronte improvvisamente al fatto che ci siamo abituati a misure che invece sono tipiche di uno stato eccezionale e  non normale. Qualcuno ormai Parla già di un prolungamento del lockdown e addirittura di coprifuoco se necessario.

 Quindi dobbiamo  un giorno  svegliarci e ricordare che ciò che ci stanno imponendo, anziché ci stiamo autoimponendo  è eccezionale altrimenti ci vuole un attimo passare dalla eccezionalità alla normalità. Bisogna stare inoltre stare attenti perché stiamo subendo una limitazione nella nostra libertà che non si era mai vista neanche all’epoca del terrorismo e questo la dice lunga  e c’è chi pensa che anche queste disposizioni possono essere delle “prove” per testare la capacità di resistenza di un popolo provvedimenti  restrittivi  molto severi.

C’è  infine anche il rischio che superata la prima fase e ne sia una seconda e quindi La libera circolazione delle persone in Italia e in generale  diventi sempre più limitata.

 Allora cosa si deve fare ? Chiudere i  confini,   blindarci, creare  la  nostra Grande Muraglia : in questo contesto e con questo tipo di ragionamento  c’è il forte rischio che queste misure contenitive, che ancora stiamo subendo ,-inizialmente quasi in un clima di “festa”-,  diventino ricorrenti o  stabili. Quindi c’è rischio di  distinguere  e discriminare il momento in cui sarà necessario tornare alla normalità; quanto e come tornare alla normalità ,per gradi o contemporaneamente  e proprio in  questa lunga strada perdere il lume della ragione,il lume della Costituzione diventa facilissimo.

 C’è un giurista che in questo momento andrebbe rivisto ed è un giurista tedesco del ventesimo secolo Carl Smitt il quale aveva teorizzato sul cosiddetto stato d’eccezione e su cosa sia. Egli lo definisce come un momento particolare sconvolgente,diciamo un cigno nero giuridico, un evento assolutamente non pronosticabile che scombina tutto e tutt.i

Ma chi  dovrebbe governare lo stato d’eccezione? Questo è il dilemma perché se nello stato di eccezione saltano tutti i paletti, tutte le regole anche quelle di carattere giuridico costituzionale evidentemente quello che si afferma è la legge di chi sa  e può imperare e  governare nei fatti.

 In ultima analisi l’invito che traspare dalla sua lezione  è quello  di  stare attenti ( in questo periodo) affinché qualcuno non  ne approfitti di questa eccezionalità per mettere una pietra tombale definitiva sulle nostre guarentigie di carattere costituzionale.

Luigi Manzini