Nella giornata di ieri i Carabinieri della Compagnia di Novi Ligure, in collaborazione con i colleghi del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Alessandria, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di due persone, un uomo e una donna, mentre per un terzo uomo è stata disposta quella dell’obbligo di presentazione quotidiana ai carabinieri di Ovada.
Le indagini, coordinate dalla Procura di Alessandria, scaturiscono dal medesimo contesto che nella prima decade dello scorso mese di dicembre aveva condotto gli investigatori all’arresto di Domenico Dattola, alla denuncia in stato di libertà di altre 12 persone ed al sequestro preventivo delle quote di 3 società e di una ditta individuale operanti nel settore della ristorazione, oltre a quello dei rapporti bancari riconducibili agli indagati, in essere presso diversi istituti di credito e di 2 autovetture.
In carcere sono finiti Carmen Domenica Scaffini, 41enne, moglie di Dattola e Salvatore Romano, 43enne, entrambi già noti alle Forze dell’Ordine, mentre nei confronti di G.A.B., 21enne di Ovada, il G.I.P. del Tribunale di Alessandria ha ritenuto di disporre l’obbligo di presentazione ai Carabinieri del posto.
I militari sono riusciti a documentare il prosieguo delle condotte illecite poste in essere dagli indagati e caratterizzate dal ricorso sistematico all’intestazione fittizia di società e ditte individuali, allo scopo di schermare l’origine del patrimonio accumulato, derivante da attività estorsive e di spaccio di sostanze stupefacenti. Ciò a dimostrazione di un’infiltrazione criminale nel tessuto economico novese che avveniva mediante l’utilizzo di prestanome per la gestione di attività di ristorazione, come quella del ristorante/pizzeria “Bandiera”, in Corso Marenco a Novi Ligure, già oggetto di sequestro preventivo nel dicembre del 2018 e di altri locali/ristoranti che godevano di buona visibilità commerciale e di un’alta affluenza di avventori.
Dopo l’arresto del marito la donna si era subito data da fare al fine di organizzare la ripartenza di nuove attività commerciali, sempre nel settore della ristorazione, occupandosi al tempo stesso dell’attività di “riscossione” dei crediti di denaro, dovuti anche alla cessione di stupefacente, maturati dal marito, pianificando addirittura vere e proprie “spedizioni punitive” nei confronti dei malcapitati debitori, avvalendosi dell’opera di Salvatore Romano, anch’egli finito in carcere.
Nel corso della perquisizione effettuata contestualmente all’esecuzione della misura cautelare, Carmen Domenica Scaffini è stata trovata in possesso di 750 grammi di marijuana, ciò ad ulteriore dimostrazione di come la stessa, in assenza del marito, continuasse ad occuparsi personalmente di tutte le attività illecite “di famiglia”, tra cui quella dello spaccio di sostanze stupefacenti.
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