Incominciamo a ragionare. Dopo tanti nomi bruciati, tattiche e pretattiche elettorali, ecco che stanno spuntando i primi personaggi ufficiali canditati a sindaco di Alessandria. Il ritardo nella scelta è dettato sia dall’incertezza politica generale (si voterà anche per il Parlamento?), sia dalla penuria di cavalli di razza catalizzatori di masse. Ma anche dalla mancanza di soldi, che gioco forza ha fatto restringere il periodo di campagna elettorale ai soli mesi ‘caldi’.
Primo cittadino uscente a parte, la curiosità era più che altro per gli altri due grandi poli, il centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Il secondo presenterà a giorni Michelangelo Serra, architetto torinese trapiantato nella nebbia, molto attivo sui social e nel fare le pulci ai costi della politica. Il profilo che piace ai ‘grillini’. A destra se ne sono più dette che fatte: Antonio Maconi, Roberto Cava… tutti nomi presi in considerazione, ma che non hanno trovato abbastanza consensi, o abbastanza sponsor. Anche perché c’era da considerare altre figure ingombranti in cerca di gloria, Emanele Locci e Giovanni Barosini. Entrambi sono già apparsi sui manifesti, ma a titolo personale, per tastare il polso del popolo su cui costruire il consenso. Barosini – veterano delle campagne elettorali, di qualunque ordine e grado – correrà da solo, con la sua lista SìAMO Alessandria, in cui è entrato Tino Rossi, ex Lega e Forza Italia. Si era già proposto contro Mara Scagni, senza tanto entusiasmo, però. Gianfranco Cuttica di Revigliasco, il medievalista un tempo leghista potrebbe essere la scelta finale (c’è anche Davide Buzzi Langhi in lizza). Intanto ripiace alla Lega.
Renato Kovacic, un comunista alla Mario Brega in ‘Un sacco bello’ non si estranea dalla lotta. Lo ha fatto Vincenzo Costantino, che ha ritirato la sua candidatura appoggiando Rita Rossa. Dopo aver subìto le critiche dei delusi e dei leoni da tastiera, ha abbozzato una spiegazione e qualche scusa. Il ‘senso di responsabilità’ a cui si appella (che peraltro non dovrebbe intestarselo da solo) fa il paio con i costi della politica.
C’è voglia di quarto polo, con Cesare Miraglia (nella foto) che vuol tornare in politica. Si presenta ufficialmente, dopo aver creato e portato in auge I Moderati. Sbattuta la porta dei quali, in contrasto con Rossa, cercherà di incunearsi tra i delusi di ogni dove.
Non ci sarà il super affollamento dei sedici candidati di un lustro fa, ma sette-otto (tra cui molti outsider) saranno sulla scheda elettorale. Destra, sinistra, civici o centro, la difficoltà è comunque trovare persone che si impegnino in prima persona – leggasi candidati nelle liste. Spesso la voglia di miglioramento e l’entusiasmo di ‘cambiare’, ‘fare’, ‘rilanciare’ si esaurisce con “l’arresta sistema” del proprio computer.
g.panaro@lapulceonline.it
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