Paola Cosola (No centro islamico): “Un quartiere truffato, nessun dialogo col Comune”

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“Non è una questione di razzismo: noi cittadini del quartiere dovevamo essere informati”. Paola Cosola, presidente del comitato spontaneo No Moschea Alessandria precisa che l’opposizione alla costruzione del nuovo centro islamico in via san Giovanni Bosco non c’entra proprio niente con religione e cultura diversa: “Abito in una via limitrofa dal 2000 e casualmente nel 2019 sono venuta a conoscenza della delibera della giunta Cuttica la quale approvava il passaggio di un terreno dalla chiesa ortodossa romena al centro islamico. Ci siamo costituiti in comitato e abbiamo raccolto le firme perché pensiamo che lì non sia un luogo idoneo ad ospitare un gran numero di persone. Oltretutto quel terreno è stato regalato”.

Cosola si riferisce al prezzo di cessione, circa 300 euro all’anno, per il diritto di superficie del terreno di 1400 mq oltre 3290 mq: “Sa cosa prevede il progetto? Sarà il punto di riferimento per tutta la provincia e non solo per una città. Sarà una costruzione su due piani che prevede la sala di culto (moschea), la scuola coranica, un dormitorio un refettorio e sale di ricreazione. Potete immaginare l’afflusso di persone, con la comodità della tangenziale vicina”.

Nuova banlieu?

La presidente ribadisce che non è una questione religiosa, ma che l’opposizione sarebbe probabilmente sorta anche di fronte ad un insediamento commerciale con un grande via vai di utenti: “Questa è una zona residenziale e la gente ha scelto di viverci proprie perché si può passeggiare a piedi e godere del verde. Già più avanti (zona Alessandria 2000) in pochi anni il paesaggio è cambiato radicalmente. Bisognerebbe prevedere spazi per famiglie e bambini, invece. In ogni caso i cittadini dovevano essere informati di un cambiamento così radicale, invece lo scopriamo a cose fatte”.

Sarebbe comunque un centro culturale, quindi frequentato da famiglie. Ma musulmane: “Ho viaggiato e conosco la cultura islamica. E’ un problema di trasparenza comunale. E poi non credo che possa servire all’inclusione, come auspicato dalla Giunta. Ci sarà solo uno spostamento di residenti da Borgo Rovereto a qui. Ho sentito di persone che non hanno acquistato casa nel quartiere Europista in previsione del centro islamico. Svalutazione immobiliare? Certamente il quartiere cambierà faccia”.

Via da via Verona

Sembra che in via informale nei corridoi di Palazzo Rosso, anni fa, abbiano motivato la scelta non alla luce del sole per la necessità di spostare la “moschea” da via Verona per risolvere i problemi di assembramento e viabilità: “Abbiamo chiesto più volte un incontro col sindaco, ma non ci ha neppure risposto. E’ suo dovere vedere i propri cittadini anche se hanno idee contrarie. Vorremmo spiegare che il Comune avrebbe potuto chiedere indietro quel terreno perché non è stata costruita la moschea nei tre anni pattuiti e che ci potrebbero essere altre aree più idonee, invece di svendere a cifre ridicole, danneggiando tutti i cittadini. Non ci va giù l’imposizione, se ne poteva parlare”.

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