Non chiamatela Notte Bianca, per favore

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E’ tuto pronto per la “notte bianca” al quartiere Cristo di Alessandria. Musica, bancarelle, balli, esibizioni varie e naturalmente bar e negozi aperti fino a tarda sera per permettere a residenti e visitatori di trascorrere una bella serata. E i musei aperti e le attività culturali al chiar di luna? No, perché il termine “notte bianca” è stato inventato ed utilizzato in origine con uno scopo ben preciso: aprire palazzi culturali alla sera, fino a tardi, per permettere alle persone di visitare luoghi di cultura – e usufruire di esperienze artistiche – in orari più comodi.

Insomma, venire incontro alle esigenze dei turisti e far promozione ai luoghi culturali. Purtroppo il termine si è molto esteso e annacquato, tanto da definire qualsiasi festicciola tiratardi, senza particolari temi culturali. Così al Cristo in cui la festa sa più di sagra di paese che di Notte Bianca alla parigina (è nata lì). Ma non solo, intendiamoci. Esistono tante notti bianche in giro per le città che non hanno nulla a che vedere con la cultura da museo.

Un po’ come i termine flash-mob, storpiato nella sua accezione di estemporaneità. Ma questa è un’altra storia. ∎

g.panaro@lapuceonline.it