“Il dado è tratto, la vittoria sarà di Abonante con Barosini…” così titolava qualche giorno fa un giornale locale on-line rendendo noti gli accordi che, a livello nazionale, avevano dato il via libera all’alleanza tra il rappresentante locale di Azione e Abonante per le elezioni del prossimo ballottaggio previste per il 26 giugno 2022.
Dunque i giochi parrebbero già fatti e per il centrodestra dovrebbe profilarsi una sonora sconfitta. Cerchiamo tuttavia di valutare oggettivamente i fattori e le variabili che potrebbero entrare in gioco e rendere ancora più combattuta ed incerta questa nuova sessione elettorale:
- I voti ricevuti da B. non sono voti omogenei e sono rappresentativi di un elettorato non fidelizzato intorno ad un partito o ad un movimento strutturato e radicato sul territorio come invece in un partito tradizionale. Manifestano, probabilmente e soprattutto, fiducia intorno all’uomo e non ad una idea politica ben precisa.
- Gli elettori che hanno votato per B. potrebbero non gradire l’invito a votare il candidato della sinistra perché al momento della competizione elettorale questa possibile alleanza o collegamento non era stata loro comunicata e neanche lontanamente evocata. Oppure semplicemente perché gli elettori di B., proprio in virtùdella loro scelta di voto “apartitica”, potrebbero non aderire implicitamente a nessuna parte politica in gioco.
- Inoltre l’astensionismo potrebbe ripetersi con percentuali ancora più elevate e riguardare anche quella parte delusa degli elettori di B. che avevano puntato(o sperato) nell’ affermazione del loro leader già in prima battuta.
- C’è anche da considerare la crescente generale disaffezione al voto e il crollo della fiducia degli elettori che è sprofondata nell’astensione. Questo atteggiamento potrebbe anche replicarsi in questa fase dove è apparso evidente a tutti che oggi la politica è diventata una pratica di marketing: si insegue cittadino-votante come se fosse un consumatore quindi gli si dà quello che chiede senza verificarne la fattibilità e la qualità politica. Paradossalmente invece il marketing va nella direzione opposta: non insegue i desideri ma cerca di interpretare i bisogni ” veri”. Questo tipo di atteggiamento della politica ha stancato e deluso e potrebbe tradursi anche in un comportamento elettorale divergente rispetto le indicazioni dei partiti.
- Un ulteriore incognita è rappresentata dall’orientamento e dalle indicazioni delle altre formazioni politiche o raggruppamenti che sono usciti sconfitti dalle elezioni. Queste hanno comunque rastrellato una seppur minima percentuale di voti e ,in una competizione, come quella del ballottaggio dove si lotta sul filo di ogni singolo voto, anche questa quota potrebbe essere decisiva.
In conclusione: la posta in gioco di queste elezioni non è solo amministrare gli interessi le esigenze e il rilancio della città, ma anche recuperare gli scontenti della democrazia( non solo gli ultimi) cioè tutti coloro che hanno percepito un orizzonte bloccato e che hanno visto evaporare l’idea di una società fondata sulla mobilità sociale , sul lavoro, sulla sicurezza e sulla tranquillità esistenziale ed economica.
Il disincanto dei cittadini nasce proprio dalla consapevolezza della gravità degli odierni problemi e dalla convinzione che la politica oggi non sia in grado di affrontarli in modo adeguato
Vincerà la competizione elettorale solamente colui che riuscirà a trasmettere con autenticità il discorso di una rifondazione della democrazia rappresentativa con il recupero della partecipazione dei cittadini alla vita e alla conduzione della città.
Enrica Gardiol
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