Incertezze, ballottaggio e fattore B

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“Il dado è tratto, la vittoria sarà di Abonante con Barosini…” così titolava qualche giorno fa un giornale locale on-line rendendo noti gli accordi che, a livello nazionale, avevano dato il via libera all’alleanza tra il rappresentante locale di Azione e Abonante per le elezioni del prossimo ballottaggio previste per il 26 giugno 2022.

Dunque i giochi parrebbero già fatti e per il centrodestra dovrebbe profilarsi una sonora sconfitta. Cerchiamo tuttavia di valutare oggettivamente i fattori e le variabili che potrebbero entrare in gioco e rendere ancora più combattuta ed incerta questa nuova sessione elettorale:

  1. I voti ricevuti da B. non sono voti omogenei e sono rappresentativi di un elettorato non fidelizzato intorno ad un partito o ad un movimento strutturato e radicato sul territorio come invece in un partito tradizionale. Manifestano, probabilmente e soprattutto, fiducia intorno all’uomo e non ad una idea politica ben precisa.
  2. Gli elettori che hanno votato per B. potrebbero non gradire l’invito a votare il candidato della sinistra perché al momento della competizione elettorale questa possibile alleanza o collegamento non era stata loro comunicata e neanche lontanamente evocata. Oppure semplicemente perché gli elettori di B., proprio in virtùdella loro scelta di voto “apartitica”, potrebbero non aderire implicitamente a nessuna parte politica in gioco.
  3. Inoltre l’astensionismo potrebbe ripetersi con percentuali ancora più elevate e riguardare anche quella parte delusa degli elettori di B. che avevano puntato(o sperato) nell’ affermazione del loro leader già in prima battuta.
  4. C’è anche da considerare la crescente generale disaffezione al voto e il crollo della fiducia degli elettori che è sprofondata nell’astensione. Questo atteggiamento potrebbe anche replicarsi in questa fase dove è apparso evidente a tutti che oggi la politica è diventata una pratica di marketing: si insegue cittadino-votante come se fosse un consumatore quindi gli si dà quello che chiede senza verificarne la fattibilità e la qualità politica. Paradossalmente invece il marketing va nella direzione opposta: non insegue i desideri ma cerca di interpretare i bisogni ” veri”. Questo tipo di atteggiamento della politica ha stancato e deluso e potrebbe tradursi anche in un comportamento elettorale divergente rispetto le indicazioni dei partiti.
  5. Un ulteriore incognita è rappresentata dall’orientamento e dalle indicazioni delle altre formazioni politiche o raggruppamenti che sono usciti sconfitti dalle elezioni. Queste hanno comunque rastrellato una seppur minima percentuale di voti e ,in una competizione, come quella del ballottaggio dove si lotta sul filo di ogni singolo voto, anche questa quota potrebbe essere decisiva.

In conclusione: la posta in gioco di queste elezioni non è solo amministrare gli interessi le esigenze e il rilancio della città, ma anche recuperare gli scontenti della democrazia( non solo gli ultimi) cioè tutti coloro che hanno percepito un orizzonte bloccato e che hanno visto evaporare l’idea di una società fondata sulla mobilità sociale , sul lavoro, sulla sicurezza e sulla tranquillità esistenziale ed economica.

Il disincanto dei cittadini nasce proprio dalla consapevolezza della gravità degli odierni problemi e dalla convinzione che la politica oggi non sia in grado di affrontarli in modo adeguato

Vincerà la competizione elettorale solamente colui che riuscirà a trasmettere con autenticità il discorso di una rifondazione della democrazia rappresentativa con il recupero della partecipazione dei cittadini alla vita e alla conduzione della città.

Enrica Gardiol