«Si governa con la quotidianità, risolvendo piccoli problemi. Ma si dovrebbe avere un’idea della città del domani, complessiva e che guardi al
futuro». Questa idea, per l’ex sindaco di Alessandria Piercarlo Fabbio, a Palazzo Rosso non c’è, o perlomeno non si è ancora manifestata in tutto il suo splendore. «Visto che non se n’è mai fatto nulla si potrebbe addirittura ripescare il progetto Alessandria 2018 (scaduto)».
Almeno lì c’erano idee di medio-lungo periodo. Con la dialettica e diplomazia che lo contraddistingue Fabbio ricorda (a tutti i politici attuali) che bisogna «differenziare il destino personale dal destino della Città: infondo la seconda durerà molto di più…». Fabbio vede una città peggiorata(»Avevamo investito 164 milioni di euro»): «Il Comune è la più
grande ‘azienda’ perché lascia ricchezza sul territorio. Se tagli, il rischio è che rimangano solo le spese. Pare chiaro che r e g r e d i s s e n e g l i a n n i s u l p i a n o economico e dell’attrattività».
Consiglio non richiesto a Cuttica? «Gli direi di spingere sulle esternalizzazioni d e i s e r v i z i . Fa c c i a i l p a r c h e g g i o sotterraneo in piazza Garibaldi per offrire u n v e r o p a r c h e g g i o a l l ’ O u t l e t alessandrino, ovvero il centro storico».
Le idee «strategiche» sono molte, ma – torniamo al discorso di prima – ci vuole progettualità: il nuovo ponte sulla Bormida è necessario, ritenuta da Fabbio un’opera strategica «Ma lo Stato lo ha sempre visto come un collegamento interno ad un Comune, senza considerare lo sbocco su Tortona e quindi oltre Piemonte». Si ritorna a parlare di logistica: «Rompere un carico dopo cento chilometri è antieconomico. Il tratto Genova-Alessandria è troppo breve: meglio intercettare i carichi che arrivano
dal Nord».
Le idee sono tante: dalla metropolitana leggera sugli spalti alla logistica per i n e g o z i d e l c e n t r o ( » S p o s t i amo l i e facciamo un grande centro di stoccaggio fuori») che deve avere più «passeggio e passaggio». Insomma, forse da lontano si osserva meglio ma è chiaro che la critica ai suoi successori, presenti compresi, è di p o c a p r o g e t t u a l i t à e c o r a g g i o n e l proporre un’idea di Città che non sia la solita Città.
Forza Italia. «Incomincia adesso ad essere in grado di lavorare dal basso, forse perché un tempo, con Berlusconi, si vinceva facile e non si sentiva questo b i s o g n o. A i mi e i temp i h o d o v u t o costruire una classe dirigente che non era pronta, così ho scelto gli unici d i s p o n i b i l i e c h e p e n s a v o f o s s e r o all’altezza. Resto convinto che il partito serva a far da filtro per formare i migliori e dare una classe dirigente per governare».
Il Governo Lega-5Stelle? «E’ la politica dei due forni che già facevano Andreotti e Craxi, governando insieme a Roma e divisi nelle città. Già visto, niente di nuovo.
Nonostante le vicende giudiziarie Fabbio dice di poter «andare in giro a testa alta, con buona pace dello strepito dei processi. Che hanno allontanato solo coloro i quali non mi conoscevano bene.
Alcuni conoscenti hanno deciso di non i n c o n t r a r m i p i ù o d i c a m b i a r e marciapiede quando mi vedono. Ma la famiglia e i cari che hanno subito con me tutte le vicende, mi hanno sempre sostenuto».
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