La Provincia di Alessandria ha fatto sua l’appello del vice presidente UPI (unione province d’Italia) il vercellese Carlo Riva Vercellotti, sull’attenzione da porre alle infrastrutture stradali, di competenza delle province, costrette ad operare senza i necessari strumenti (economici ed amministrativi) dopo il declassamento degli enti. Le strade in provincia di Alessandria che Palazzo Ghilini deve tenere sotto controllo hanno un’estensione totale di 2.119,626 chilometri.
L’appello è diretto al ministro Toninelli
30.000 Ponti e gallerie da monitorare. Serve un piano nazionale di manutenzione e messa in sicurezza Le Province gestiscono 130 mila chilometri di strade e almeno 30.000 tra ponti, viadotti e gallerie: con i tagli indiscriminati della manovra economica del 2015 è diventato impossibile programmare la manutenzione, che è determinate per garantire la sicurezza. I tecnici delle Province ormai sono costretti ad effettuare i controlli ‘a vista’, e quando il pericolo è evidente, l’unica possibilità che abbiamo è di chiudere tratti di strada. Siamo arrivati ad oltre 5.000 chilometri di strade, compresi ponti e viadotti, chiusi per frane, smottamenti o perché insicuri, e su oltre il 50% della rete viaria siamo stati costretti a fissare il limite di velocità tra i 30 e 50 chilometri orari. Una situazione di emergenza tale che lo scorso anno tutti i Presidenti delle Province si sono sentiti costretti a depositare esposti alle procure nel quale abbiamo dettagliato la condizione di crisi sui territori e i rischi per la sicurezza dei cittadini. Per questo non appena insediato il Governo abbiamo chiesto un incontro al Ministro Toninelli, per fare il punto della situazione e ribadire l’urgenza di un fondo nazionale che consenta di mettere in sicurezza le strade provinciali, il reticolo che tiene insieme il Paese”.
“L’emergenza non è solo sbloccare fondi per gli investimenti, ma garantire le risorse per i controlli, per le verifiche statiche, per la manutenzione ordinaria indispensabile per la sicurezza, soprattutto per i manufatti in cemento armato costruiti negli anni 60 e 70. Servono procedure rapide e risorse dirette perché il Paese non può aspettare tre anni perché un cantiere si apra, che è il tempo medio che si perde in passaggi burocratici dall’emanazione dei bandi all’avvio delle opere. Abbiamo già chiesto al Ministro Toninelli di incontrarci quanto prima per trovare insieme soluzioni : dopo la tragedia di Genova, che ha reso evidente che è questa la priorità del Paese, ci auguriamo che l’incontro si possa fare al più presto, così da definire le risorse da riservare a questi interventi nella prossima Manovra economica. Noi lo diciamo da tre anni: il patrimonio italiano senza manutenzione si sta riducendo in macerie. Non aspettiamo altre tragedie. “.
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