Come le donne stanno cambiando il volto del gambling

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Chi l’ha detto che l’azzardo è un modo di soli maschi? Negli ultimi anni nel gambling è in corso una rivoluzione silenziosa le cui protagoniste sono le donne, tra emancipazione, lavoro e marketing.

Da sempre l’azzardo è stato considerato un universo quasi esclusivamente al maschile. Un mondo di uomini forti, fatto di adrenalina, di suspence, di brivido. Un mondo che nell’immaginario collettivo vede sempre e solo giocatori seduti intorno al tavolo di poker, sempre e solo uomini a lavorare e a fare soldi con questo comparto. Eppure qualcosa sta cambiando, lentamente ma in maniera inesorabile.

I dati delle donne nel gioco elaborati da Giochi di Slot

Le donne, infatti, non solo giocano di più, ma lo fanno in modo diverso, più consapevole e strutturato. E partecipano sempre di più al gioco anche dal punto di vista lavorativo. Come si legge su Giochi di Slot, infatti, le donne rappresentano oggi tra il 30% e il 40% dei giocatori di iGaming nel mondo e in Paesi come il Regno Unito, la loro partecipazione è aumentata del 10% in appena 4 anni, un trend che parla di un cambiamento strutturale. Una crescita che non è di certo un caso: l’accesso facilitato grazie agli smartphone e l’offerta di giochi più accessibili e flessibili ha abbattuto molte barriere d’ingresso, anche se le donne mostrano abitudini diverse rispetto agli uomini. Scommettono meno, ma in maniera più frequente, con una media di 32 depositi annuali rispetto ai 19 degli uomini, e privilegiano giochi a bassa volatilità come le slot e il bingo, cercando un intrattenimento duraturo più che una vittoria improvvisa.

Donne, tra gioco e lavoro

Ma la presenza femminile nel gambling non si limita al lato dell’utenza. Le donne stanno entrando anche nei ruoli chiave dell’industria: sviluppatrici, designer, manager, CEO, generando così un contributo che sta modellando dall’interno il settore e sta generando un iGaming più inclusivo. E qualcosa sta cambiando anche nella percezione che si ha del gioco: il 30% in più delle donne, rispetto agli uomini, utilizza strumenti di gioco responsabile come limiti di deposito o autoesclusione. Le giocatrici, insomma, stanno proponendo un nuovo modello più attento e sostenibile, fatto di conoscenza, attenzione e responsabilità.

Senza parlare poi di tutte quelle donne che hanno fatto successo grazie all’azzardo: da Vanessa Selbst, unica donna ad aver raggiunto la prima posizione del Global Poker Index con quasi 12 milioni di dollari di vincite, a Liv Boeree, che in tasca ha una laurea in fisica e un portafoglio di 3,5 milioni di dollari di vincite, passando poi per Annie Duke, Kathy Liebert e Jennifer Harman.

Anche il marketing deve cambiare

Di fronte a numeri e a nomi di questo tipo, anche il marketing allora deve cambiare. Le vecchie pubblicità cariche di stereotipi maschili e immagini sessualizzate devono infatti essere messe una volta per tutte in archivio lasciando sempre più spazio a un marketing inclusivo, centrato sul giocatore e sulla giocatrice. Si deve creare un marketing che sappia parlare a un pubblico nuovo, che sappia investire sulla propria narrazione e che sappia offrire anche esperienze personali. Un marketing nuovo, capace di proporre ma anche di rispettare. Una cosa talmente semplice che sembra assurdo doverlo sottolineare.

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