L’Unicità di Cristo

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Nel discutere della natura divina di Cristo, si afferma che Egli è realmente Dio. 

Nella Bibbia, questo principio fondamentale è supportato dal fatto che gli attributi di Dio sono assegnati pienamente anche per Cristo.

Egli esiste da sempre, senza un inizio (Giovanni 1:1-2; 17:5), ed è presente ovunque accanto a coloro che lo seguono (Matteo 28:20). 

La sua potenza è senza limiti (Matteo 28:18), la sua conoscenza è assoluta (Giovanni 2:25; 21:17) e la sua essenza immutabile nel tempo (Ebrei 13:8). 

Le opere attribuite a Dio sono state compiute anche da Lui: è il creatore di ogni cosa (Giovanni 1:3), sostiene l’universo (Colossesi 1:17) e ha avuto il potere di risorgere dalla morte con la propria autorità (Giovanni 2:19; 10:17, 18). 

Anche i titoli riservati a Dio gli sono stati riconosciuti, sia dagli uomini che da Dio stesso (Ebrei 1:8), e non ha mai rifiutato l’adorazione rivolta a Lui (Giovanni 20:28). 

Ha anche affermato direttamente la sua identità divina, dicendo: “Io e il Padre siamo uno” (Giovanni 10:30).

L’incarnazione di Cristo rappresenta la sua venuta nel mondo come uomo. 

Era stato annunciato molto tempo prima (Isaia 7:14) e la storia registra il momento della sua nascita, un evento unico e diverso da qualsiasi altra nascita. 

Fu concepito attraverso un intervento divino – lo Spirito Santo – (Luca 1:35) e nacque da una vergine (Matteo 1:23), ma era realmente umano, con un corpo (Ebrei 10:5), un’anima (Matteo 26:38) e uno spirito (Luca 23:46). 

Il suo scopo era rivelare la natura del Padre (Giovanni 14:9), offrire sé stesso per eliminare il peccato (Ebrei 9:26) e sconfiggere le forze del male – il diavolo – (1 Giovanni 3:8). 

La sua morte non fu un evento casuale, ma una necessità (Giovanni 3:14-15).

Faceva parte di un disegno eterno (Ebrei 10:7), realizzava antiche profezie (Isaia 53:5) e apriva la via della salvezza per l’umanità (Efesini 1:7). 

Morì come sostituto per gli uomini (1 Corinzi 15:3) e il suo sacrificio fu pienamente sufficiente a soddisfare sia la giustizia divina che il bisogno umano di redenzione.

La sua risurrezione era essenziale per portare a compimento l’opera iniziata con la croce. 

Egli è risorto per la nostra giustificazione (Romani 4:25), e senza questo evento la fede cristiana non avrebbe fondamento (1 Corinzi 15:17). 

Il suo corpo risorto era reale, non un’apparizione immateriale (Luca 24:39), e portava ancora i segni della crocifissione (Giovanni 20:27). 

Tuttavia, aveva caratteristiche nuove che lo rendevano capace di trascendere le limitazioni fisiche. 

Dopo essere risorto, apparve a numerosi testimoni, inclusi più di cinquecento persone (1 Corinzi 15:6), rendendo la sua vittoria sulla morte un fatto inequivocabile.

Terminata la sua missione sulla terra, ascese al cielo (Marco 16:19; Atti 1:9) per riprendere la sua gloria (Giovanni 17:5) e continuare la sua opera da una posizione di autorità. 

Le Scritture lo presentano con tre ruoli fondamentali: Profeta, Sacerdote e Re. 

Come Profeta, ha rivelato Dio all’umanità (Giovanni 1:18), come Sacerdote intercede per coloro che credono in Lui (Ebrei 4:14-16), e come Re governa nei cuori di chi lo riconosce come Signore. 

In futuro, il suo regno si estenderà su tutta la terra, portando giustizia e pace assolute (Salmo 72).

Fabio BOLDRIN 

Sara BORGOGLIO