Tramonta la Smart City. Ronchetti (cacciato) aveva dunque ragione?

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

Ora è ufficiale: Alessandria deve attendere per essere considerata “intelligente”. Il progetto Smart City del Gruppo Amag è tramontato, anzi, non è neppure partito. L’assemblea dei comuni soci della holding – come anticipato da La Stampa – hanno revocato la procedura in autotutela bocciando l’affidamento della gestione rifiuti alla controllata della ‘famiglia’, Amag Ambiente.

Niente pali della luce né cassonetti intelligenti, insomma, come già paventato dallo stesso sindaco che più volte si era dimostrato molto cauto sulla partenza del progetto illustrato come una grande opportunità per il Comune.

I danni chi li paga?

Al di là della bontà del progetto – c’è chi aveva già sollevato dubbi sull’utilità rispetto ad altre priorità cittadine – c’è da chiedersi: chi paga, dal momento che il Gruppo si regge sui soldi pubblici, comunali e direttamente degli alessandrini utenti dei servizi di acqua, luce e gas?

Perché la società che aveva vinto l’appalto, la “Green wolf” non starà a guardare e probabilmente chiederà un risarcimento. Superiore sicuramente a quello che si accinge a richiedere l’ex amministratore unico di Amag Reti Idriche, Paolo Ronchetti, ‘cacciato’ da questa amministrazione e dagli amministratori Amag anche per il problema smart city.

Ronchetti aveva sollevato molti dubbi sulla legalità e sulla fattibilità del progetto, chiedendo carte, delucidazioni e rassicurazioni che non sono mai arrivate. Al diniego di dare il via alla smart city è arrivato tosto da Amag l’invito a togliere il disturbo, perché la nuova era potesse proseguire spedito.

Alla luce degli ultimi sviluppi, dunque Ronchetti aveva ragione ed è stato licenziato senza una valida motivazione? Lo deciderà molto probabilmente la magistratura, chiamata a giudicare se e quanto l’ex amministratore sia stato danneggiato.

Si prospettano guerre giudiziarie e richieste di risarcimenti da centinaia di migliaia di euro (Ronchetti e Green Wolf) a cui Gruppo Amag potrebbe essere condannata a pagare. Con i soldi dei cittadini, anche quelli che non sono clienti diretti. ∎

info@lapulceonline.it