Enea Benedetto, il cripto presidente dei Grigi ora non balla più da solo: “Tifosi, perdonatemi”

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Il mea culpa con i tifosi, l’inesperienza, ma anche la voglia di superare i problemi: “Da solo non si può gestire una squadra professionistica”

Le esperienze pregresse da presidente di squadre di calcio, la voglia di acquisire un club importante (“Sa quanti incontri tra me, Pedretti e Preziosi per acquistare il Genoa? Pedretti voleva i rossoblù”). Prima della partita vinta contro l’Atalanta U23, Enea Benedetto si racconta.

Gestire una squadra di professionisti è molto diverso e dispendioso che una di dilettanti. Non ha sottovalutato l’impegno?

Giusto, è come avere una azienda di medie dimensioni che ha dipendenti e spese elevate (abbiamo cercato di ridurre il budget) e che deve dar conto ai suoi azionisti indiretti: i tifosi, le istituzioni, la città. E’ un impegno, una grande responsabilità ma è una altrettanto importante opportunità di crescita.

Sottovalutato? Il progetto era iniziato in due. Io ero il più folle, quello delle crypto e del mondo digitale… Pedretti quello della parte sportiva. Per colpa di un allenatore che ha fatto i capricci mi sono ritrovato da solo a gestire tutto. Da solo non avrei neppure iniziato: folle si, ma scemo no…

Fortunatamente ho incontrato gli amici di “Alessandria 2023” i quali hanno già dimostrato, senza neppure il passaggio effettivo di quote, di avere a cuore il progetto. Abbiamo insieme dato un gesto importante. Mi lasci ringraziare l’avvocato Cesare Rossini, già esperto in mediazioni sportive. Senza di lui le trattative non sarebbero così avanzate. Mi ha dato sicurezza.

I nuovi soci però non sono stati inizialmente accolti nel migliore dei modi (non erano graditi neppure come spettatori allo stadio)

Ammetto che l’accoglienza non è stata calorosa. Ma è stato il modo di porsi che non mi era piaciuto. Preferisco la franchezza, avrebbero potuto presentarsi e manifestare le intenzioni invece di muoversi in modo sparso, non chiaro fin da subito. Non mi sembrava che avessero lo stesso disegno progettuale. Mi chiedevo, poi, se fossero stati interessati all’Alessandria Calcio, perché non averla acquisita prima, già che era i vendita da un anno e mezzo?

Ora che ho conosciuto Molinaro e il suo staff di persone serie, umili e amanti del calcio possiamo progettare meglio la stagione.

Anche perché con il vecchio staff ci sono stati non pochi problemi…

Il provo sempre a mantenere buoni rapporti con tutti. Ammetto gli errori, ma solo chi non fa non sbaglia e solo gli stolti non perdonano. Spero che in futuro i tifosi mi perdonino. Nel calcio come nel business contano i risultati, se la squadra non vince purtroppo bisogna cambiare metodo o uomini.

Come ha conosciuto Luca Di Masi?

Ero presidente del Barcanova, una squadra minore di Torino, con una storia importante anche perché in passato ha collaborato spesso con l’Alessandria e fatto da trampolino di lancio per giocatori che poi sono diventati grandi. Penso a Bertotto, Contratto, Padovano, alcuni esempi di ragazzini del Barcanova che poi hanno preso il volo.

Io e Di Masi ci siamo conosciuti nell’anno del Covid, ho scoperto che era finita la sua epoca gloriosa, decennale, e abbiamo iniziato a interloquire in modo soft. Poi la retrocessione, i problemi. Intanto già con Alain Pedretti volevamo una squadra (Genoa, Salernitana), però gli ho spiegato quanto l’Alessandria fosse importante perché anche fuori dalla città in tanti hanno l’Alessandria nel cuore. Pedretti si è appassionato al sogno, così sono iniziate le vere trattative. Purtroppo Alain non ha sposato del tutto la causa.

A Torino la riconoscono come presidente dei Grigi?

Qualcuno si, ma non solo a Torino. Ero a Cesena per una trattativa e dei tifosi locali mi hanno riconosciuto.

Riesce a conciliare lavoro e presidenza?

Prima lavoravo in banca (Sella), viaggiavo anche in Lussemburgo e nel mondo della finanza ho incominciato a interessarmi di criptovalute. Quella vita mi stava stretta, così ho mollato il posto fisso (da pazzi!) per dedicarmi al calcio e alla blockchain. Il resto è noto. Il mio sogno è portare le criptovalute nel mondo del calcio e siamo a buon punto. In questo settore i risultati prima si raggiungono e poi si comunicano.

Cosa vuol dire ai tifosi?

Spero mi scusino per i vari errori di ingenuità e di inesperienza. Adesso con i nuovi auspicati soci e nuovi addetti ai lavori speriamo di reindirizzare la nave verso porti più sicuri.

E’ un presidente quasi senza portafoglio per la cessione delle sue quote: terminata la stagione cosa farà?

(sorride) Il progetto è dare continuità almeno per i prossimi 24 mesi. Non sarò più socio, vediamo come andrà questa stagione e con quali garanzie per il futuro. Vuole sapere se sarà ancora presidente? Vedremo…∎

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