Va a finire che neanche a sto giro si ristruttura il Teatro Comunale di Alessandria. Il progetto sarebbe tra quelli tagliati dal Governo in un primo momento finanziato dal Pnrr. E non è l’unico né ad Alessandria né in provincia a dover rischiare tagli.
In particolare, si andrebbero a “tagliare” 6 miliardi di interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l’efficienza energetica dei Comuni, 3 miliardi e 300 milioni di investimenti in progetti di rigenerazione urbana, volti a ridurre situazioni di emarginazione e degrado sociale; 1 miliardo e 287 milioni euro destinati alle misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrologico. Il Piemonte risulta essere tra le Regioni più penalizzate, con oltre 2 miliardi e 100 milioni di euro di definanziamenti.
A causa della rinegoziazione dei fondi del PNRR che sta portando avanti il governo Meloni, sono 86 i progetti a rischio ad Alessandria e in altri sei grandi Comuni dell’alessandrino, per un totale di 63 milioni di euro.
Il presidente dell’ANCI Antonio Decaro ha commentato così: “Della proposta di definanziamento da parte del governo non si capisce la ragione. Parliamo di opere cruciali per le nostre città, interventi per le periferie che potranno risanare situazioni sociali ed economiche difficili: perché dobbiamo metterle a rischio con un cambio immotivato della fonte di finanziamento? Al ministro abbiamo anche segnalato il rischio grave di suscitare un clima di sfiducia dei cittadini verso lo Stato, visto che si crea incertezza laddove noi sindaci avevamo assunto impegni rigorosi con le nostre comunità”.
Prendendo in considerazione i soli Comuni di Alessandria, Acqui Terme, Casale Monferrato, Novi Ligure, Ovada, Tortona e Valenza, il definanziamento verrebbe a interessare ben 86 progetti per un importo complessivo di 63 milioni di euro.
Tra i più significativi interventi a rischio:
· ALESSANDRIA: definanziati 10 milioni per la rifunzionalizzazione del Teatro Comunale ad Hub della cultura e del turismo;
· ALESSANDRIA: lavori di regimazione idraulica del Rio Lovassina da Spinetta Marengo alla confluenza nel fiume Bormida: 11.600.000;
· ACQUI TERME: restauro e rifunzionalizzazione della casermetta Bainsizza in piazza Facelli: 2.080.000;
· ACQUI TERME: restauro e rifunzionalizzazione a fini sportivi e sociali della palazzina storica dell’impianto sportivo Ottolenghi di via Trieste e realizzazione di nuova palestra: 1.500.000;
· CASALE MONFERRATO: restauro e riuso del Paraboloide: 2.700.000;
· CASALE MONFERRATO: nuovo impianto di atletica leggera presso il polo sportivo di San Bernardino: 1.650.000;
· NOVI LIGURE: riqualificazione e rigenerazione urbana dell’area parco del Castello (nuovi percorsi ciclopedonali, nuove strutture spettacoli all’aperto, recupero patrimonio edilizio storico, ecc.): 3.500.000;
· OVADA: rifacimento del tetto della scuola Damilano di piazza Bausola: 1.050.000;
· TORTONA: demolizione dell’edificio dismesso di viale Kennedy e costruzione della nuova scuola primaria Salvo D’Acquisto: 5.000.000;
· VALENZA: recupero e riqualificazione dell’edificio “ex Coop” di via Pellizzari (creazione di un polo per lo sviluppo di attività e iniziative del volontariato, culturali, educative e didattiche): 4.356.000.
«Mentre rischiano di venire sacrificati progetti importanti che i nostri Comuni contavano di realizzare con i fondi PNRR e che in molti casi sono già in stato avanzato di realizzazione, il Presidente Cirio è silente-commentano il vice Presidente del Consiglio regionale Daniele VALLE e il Consigliere regionale alessandrino Domenico RAVETTI-Non una parola di preoccupazione né l’annuncio di un’iniziativa di interlocuzione con la Meloni e con Fitto. Perché Cirio non si fa sentire? È d’accordo che vengano definanziate opere in Piemonte per 2 miliardi di euro, tra le più utili alla cittadinanza? Perché far saltare anche progetti che non sono in ritardo sui tempi di realizzazione? Un’amministrazione corretta dovrebbe togliere i fondi a chi è in ritardo, non ai Comuni virtuosi piemontesi. E non ci si nasconda dietro alla proposta di Fitto di utilizzare i fondi di Coesione europei per tappare il buco: intanto, perché l’80% sono destinati al Sud e per il Nord Italia non c’è capienza; inoltre se si utilizzano altri fondi europei per pagare i progetti del PNRR, non resterà più nulla da impiegare per le altre progettualità. Mentre il caro-inflazione sta mettendo in forse la realizzazione di tante case ed ospedali di comunità, ecco che nuove criticità stanno per esplodere sui vari territori. La Regione Piemonte non può prendere ancora tempo e osservare passivamente tutto ciò».
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