Italia fanalino di coda in Europa per i salari

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Secondo il rapporto dell’Organizzazione Mondiale del Lavoro I salari in Italia sono più bassi del 12% rispetto al 2008: il livello peggiore di tutti gli stati del G20. Il sistema è così che va, dalle crisi si esce comprimendo i costi (soprattutto i salari) e conseguentemente “aggredendo” commercialmente i mercati esteri. I dati presentati oggi nel Global Wage Report 2022-23 dell’Organizzazione internazionale del Lavoro, l’Italia è il peggior Paese tra i 20 più industrializzati del mondo per crollo dei salari reali rispetto al 2008: -12%.

La situazione del lavoro in Italia evidenzia un dramma degli stipendi. Così afferma il presidente della Federcontribuenti Marco Paccagnella, sottolineando anche che il tasso di occupazione nel nostro paese è pari al 58% mentre nel resto della Ue è del 70%.

Oltre alla metà dei lavoratori percepisce uno stipendio inferiore a 1.110 euro e lavora senza turni, giorni di riposo e orari adeguati. Ciò vuol dire che chi guadagna queste cifre a malapena riesce a pagare l’affitto e mantenere se stesso. Adesso proviamo a prendere una macchina del tempo e tornare indietro negli anni 90. Il corrispettivo di 1000/1.110 euro è 2/ 2,2 milioni circa delle vecchie lire. Con quella cifra, con la vecchia moneta una persona non era in grado solamente di mantenere se stesso ma persino altri membri della famiglia. Senza contare che tutti riuscivano a risparmiare. L’Italia era il paese con il più alto tasso di risparmio al mondo. Con l’avvento dell’Euro l’Italia ha perduto la capacità di stampare monete e tutti gli strumenti della sovranità economica che le permettevano di gestire direttamente l’andamento economico e finanziario del Paese. Era stato promesso il paradiso con Maastricht e l’Euro e invece l’Italia si trova tra le ultime nazioni europee in termini di Pil di ricchezza individuale e di potere d’acquisto.

Adesso poi con questa crisi, con il forte aumento del costo della vita, dovuto alla speculazione finanziaria derivante dalla crisi Ucraina la situazione degli italiani rischia di diventare ancora molto grave e drammatica.

Enrica Gardiol