Nel raccontare il suo viaggio artistico Marco ZURZOLO non scrive : legge direttamente dalla propria bocca e, di conseguenza, non ha bisogno di coerenza sintattica né ordine costituito.
Accosta onirismi e allusioni, figure retoriche e simbolismi in pochi capitoli abitati da artisti che si trovano lì per essere “detti”.
Una storia semplice, antieroica ( non c’è un protagonista, tutti parlano uno alla volta in un coro polifonico) costellata da piccole confessioni quotidiane, da omissioni, incazzature e il grande ineluttabile dramma della morte – che poi è il dramma della vita, il suo impervio tragitto non privo di panorami meravigliosi.
“Mi conforta pensare che un altro tipo di esistenza ci sia; più soffice, simile al libeccio che arriva da terre lontane fino a Napoli… e nel silenzio si sente un suono che somiglia quasi a quello del mio sax, che viaggia nel vento”.
Marco, Rino, Pino Eugenio, Lino, Enzo musicisti che “aprono frasi”, versi che spalancano finestre, mondi creati dal suono.
Epifanie negli occhi di chi legge, nelle orecchie che ascoltano parole suonate l’una insieme all’altra, l’una contro l’altra.
” Si ma guarda la musica come mi ha ridotto.Lo so, è stato il rifugio più semplice, l’alibi più dolce,la trasgressione più violenta…
Si, ma cosa ho fatto dì male?
Ti amo!”
Nella seconda parte del libro, Elvio PORTA , sente il bisogno di
“tornare a casa“, di riconoscersi in un appartenere sicuro, famigliare. Canalizza la passione e il furore per Napoli in maniera antispettacolare, senza adulazioni con stile asciutto e ironico perché “I Napoletani non sono romantici, sono emotivi. Non hanno tempo”.
I racconti ruotano su se stessi perché la bellezza è incontenibile e – per manifestarsi pienamente – deve saper recedere in passo discreto – insinuarsi più che invadere, abbracciare la città come in un cerchio perfetto .
” Dal mare Napoli è bellissima . Molto più bella che vista da terra”..”Vista da terra Napoli è bellissima. Molto più bella che vista dal mare. Perché da terra si vedono i napoletani. Perché da terra si vede la vita”.
E infine, ma non ultimi, 14 brani da attraversare come una frontiera da esplorare.
” Noi eravamo pronti, qualsiasi cosa Noi già lo sapevamo,non si faceva altro che raccontarci” dice James.
Il palco si accende di luci, le sedie vuote diventano teste …
E ricordi perché sei lì: per il sogno che hai fatto mentre ci arrivavi, per la nostalgia di quello che farai domani, per chi è venuto ad ascoltare e gioire.
Enrica Gardiol
*Con 8 microracconti di Elvio Porta. Con 14 brani musicali di Marco Zurzolo ed. Colonnese, 2022
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