Nel collegio di Alessandria del Piemonte 2 alla Camera vince facile l’alessandrino Riccardo Molinari
(Lega) e Paolo Zangrillo (Forza Italia), il casalese Vicenzo Amich (Fratelli d’Italia), ma anche volti meno conosciuti come Luigi Marattin (Azione) e Ivan Scalfarotto (Italia Viva, al Senato), non certo legatissimi al territorio. Quasi a sorpresa diventa onorevole anche Paolo Nicolò Romano dei Verdi-Sinistra. Federico Fornaro (Leu) per garantirsi la riconferma alla Camera è dovuto andare a chiedere i voti nel collegio Piemonte Nord.
I commenti di alcuni che non ce l’hanno fatta. Per poco o per tanto.
Rita Rossa: “Accanto all’amarezza per la sconfitta c’è la delusione per il risultato complessivo e per l’affluenza ai seggi del 63,9%, il dato più basso della storia, un dato che deve assolutamente farci riflettere: è nostro compito trovare gli strumenti e i mezzi per ricostruire quel rapporto di fiducia tra politica ed elettori che continua ad affievolirsi sempre di più nel corso degli anni”
Giovanni Barosini: “Ci sono, ormai da qualche anno, dirompenti ondate ideologiche (durano qualche semestre, poi inesorabilmente evaporano). La cosa più facile, sarebbe mettersi al riparo e starne fuori, e saper aspettare il naturale ritorno alla normalità. La cosa più facile, sarebbe”.
Susy Matrisciano: “Come ho sempre sostenuto, per far politica non c’è bisogno per forza di uno scranno in Parlamento. Lo abbiamo dimostrato con il rispetto della regola dei due mandati, a differenza degli altri partiti come ad esempio il PD che ancora sta a candidare gente come Casini, un dinosauro nelle istituzioni ormai da 40 anni! Resto nel MoVimento 5 Stelle e continuerò a dare il mio contributo dall’esterno, con l’attivismo e l’impegno quotidiano nel portare avanti i principi e i valori di questa meravigliosa forza politica, fatta di cittadini onesti che credono che un Paese più equo e più giusto sia ancora possibile”.
Daniele Borioli: “Appello ai dirigenti nazionali del Pd, il mio partito: evitiamo di trasformare la catastrofe in una commedia. Quella del 25 settembre non è stata solo una ordinaria sconfitta elettorale, ma una disfatta, che consegna per la prima volta alla destra estrema della destra uno dei Paesi fondatori dell’Unione Europea”.
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