Chi stabilisce la sovranità e l’esistenza di uno stato?

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In questo momento storico l’ombra di una nuova guerra mondiale incombe minacciosa sul pianeta. 

Ognuno, con ragioni e modalità diverse, tenta di screditare gli altri contendenti e di avvantaggiarsi economicamente della situazione . Il fulcro della contesa è la sovranità dell l’Ucraina e una delle ipotesi per la risoluzione del conflitto è la possibilità di dividerne il territorio in 2 stati.

Se volessimo giocare con i nomi, potremmo chiamarli Ucraina dell’Ovest (la parte più occidentale, con caratteristiche che più si avvicinano alla democrazia) e Ucraina dell’Est  (la parte più ad est e confinante con la Russia, una zona con tratti filorussi). 

È di febbraio la notizia che Putin ha riconosciuto le repubbliche separatiste di Luganks e Donetsk (che si trovano sul confine est con la Russia). Ma come si potrebbe perseguire la divisione dell’Ucraina e come Putin ha potuto fare l’annuncio sul Donbass?

Vi sono regole precise per il riconoscimento di uno stato e sono dettate dalla Convenzione di Montevideo

Che siano spinte indipendentiste, golpe militari o negoziazioni tra stati, per raggiungere un accordo e dar vita ad una nuova nazione riconosciuta dalla comunità internazionale, è necessario utilizzare un metodo, un criterio. Ci dobbiamo appellare alla Convenzione di Montevideo sui diritti e i doveri degli Stati, firmata in Uruguay nel 1933 (questa convenzione è un dispositivo del Diritto Internazionale).

L’articolo 1 di questo trattato recita che si può qualificare una nazione come stato di Diritto Internazionale quella che: abbia una popolazione permanente, un territorio definito, un governo e sia in grado di intrattenere rapporti con gli altri stati (l’ultimo punto è ambiguo siccome non esiste un criterio quantitativo su quale sia un numero minimo di stati con cui avere relazioni, né qualitativo facendo riferimento a personale diplomatico.

Sta poi alle altre nazioni stabilire se riconoscerle come tali o meno. Il dispositivo del riconoscimento è il preludio per le future relazioni diplomatiche. Paragonando la comunità internazionale nella sua interezza ad una grande famiglia in cui regna il caos (i numerosi conflitti tra paesi ne sono un segno), esistono figli che non riconoscono i genitori e viceversa Cio accade anche tra gli stati.

Il caso più eclatante (ed unico) è quello del Somaliland. Questo stato, autoproclamatosi indipendente nel 1991, è l’unica nazione non riconosciuta da nessuno stato. Ad oggi intrattiene relazioni con UE e Regno Unito ma ci sono resistenze affinché non venga riconosciuto come stato sovrano. Sembra che le maggiori riserve siano dovute al fatto che riconoscerlo potrebbe indurre altre regioni secessioniste a fare lo stesso, come già accaduto tra Etiopia ed Eritrea, Sudan e Sud Sudan.

Il caso del riconoscimento di Israele per contro rispecchia quasi totalmente gli schieramenti nell’ambito del conflitto israelo-palestinese, siccome molte nazioni arabe, ma non tutte, non lo riconoscono. Alcune sono Pakistan, Iran, Iraq, Siria, Libia, Afghanistan, Kuwait, Somalia. Una linea diversa è stata intrapresa da Egitto e Giordania, le quali hanno invece stipulato trattati di pace separati.

dr. Ugo Carlo Gervasi