In Germania il gigante della drogheria Aldi sta alzando i prezzi di 400 prodotti fino al 30% e si aspetta che altri discount ne seguano l’esempio.
Dopo Aldi, anche Rewe (altro operatore del discount alimentare) infatti, ha annunciato nuovi aumenti di prezzo. “Attualmente ci troviamo di fronte a un gran numero di costi in aumento per materie prime, energia e logistica, nonché aumenti dei prezzi dell’industria alimentare e dei fornitori”, ha affermato un portavoce dell’azienda del Gruppo, spiegando gli aumenti annunciati.
Aldi aveva precedentemente annunciato che carne, salsiccia e burro sarebbero stati “significativamente più cari” a partire da lunedì. Per questo, i clienti tedeschi dovranno sborsare molto più denaro, fino al 30 per cento.
Il motivo dell’aumento: i prezzi più alti che si dovranno pagare ai loro fornitori. “Dall’inizio della guerra in Ucraina, ci sono stati aumenti dei prezzi di acquisto che non abbiamo avuto mai prima”, ciò è dovuto anche al fatto che mangimi, fertilizzanti ed energia sono diventati più costosi. Questo fenomeno, a sua volta, si è riflesso sugli allevatori di bestiame e sull’industria di lavorazione della carne.
Anche in Italia si prevede un forte aumento, oltre a quello dei carburanti e delle bollette, soprattutto nel settore alimentare e ortofrutticolo a causa del rincaro di tutta la filiera produttiva e soprattutto nel settore dei trasporti. Le previsioni sono comunque di rincari( si spera) più contenuti rispetto a quelli registrati in Germania, ma è necessario vedere come procederà il conflitto russo/ucraino nei prossimi giorni e in particolare l’eventuale sviluppo positivo della gravissima crisi politica e diplomatica dell’Occidente con la Federazione Russa.
Le associazioni dei consumatori hanno parlato di un possibile rischio carestia per il futuro : insomma lo scenario non è dei più rosei. La Federalimentari prevede che il prezzo della pasta, insieme a tutti gli altri prodotti a base cereale, potrebbe superare il 10% di aumento.
Questo ulteriore incremento si aggiungerebbe a quello del 10% avvenuto già a fine dello scorso anno. Alla pasta si aggiungerebbe anche il prezzo del pane il cui costo potrebbe addirittura crescere del 30% .
Tutto ciò è dovuto alla interruzione delle forniture di mais dall’Ucraina e di grano dalla Russia.
Anche il settore degli allevamenti, a causa dell’interruzione delle forniture di granoturco potrebbe affrontare gravi difficoltà perché il mais è il principale ingrediente per le diete degli animali.
Il prezzo del mais, che nell’ultimo biennio aveva già subito un ampio aumento del prezzo, potrebbe salire anche del 35%rispetto al 2021.
Enrica Gardiol
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