Sulla decisione di Articolo Uno – annunciato da Massimo D’Alema – di ritornare all’interno del Partito Democratico, il parlamentare ovadese Federico Fornaro, in una intervista a la Repubblica, fa capire che è d’accordo con il lider maximo per creare una ‘sinistra nuova’, possibilmente più compatta per contrastare il centrodestra.
Sul fronte locale è Renzo Penna a scrivere un lungo post su Facebook per commentare la manovra politica:
Personalmente mi sembra eccessivo addebitare tutte le colpe dell’inadeguatezza del PD al solo Renzi. Più probabilmente è stato l’amalgama “non riuscito” (definizione di D’Alema) del partito che ha permesso a Renzi di diventarne il capo e combinare ciò che ha fatto. Forse la ragione del “rientro” dovrebbe essere meglio motivata, basata sui contenuti, sui cambiamenti che lo starebbero motivando: sono le, al momento, nebulose “agorà” annunciate dal segretario? è la “cosa nuova”, più volte sollecitata da Bersani, che si starebbe compiendo? A me pare che, soprattutto, in tema di Lavoro, di diritti e Welfare nessuno nel PD stia mettendo in discussione i provvedimenti che hanno fortemente contribuito a precarizzare (Jobs act) e svilire (abolizione Art. 18 dello Statuto) le condizioni dei lavoratori.
E prova ne è che, recentemente, i massimi dirigenti del PD non hanno “capito” e sono rimasti “sorpresi” dalla decisione di CGIL e UIL di scioperare contro l’iniquità delle misure fiscali del Governo. E questo anche dopo che il calcoli dell’Ufficio parlamentare di Bilancio hanno certificato le ragioni del Sindacato: il 50% dei nuclei in condizione economica meno favorevole “beneficia di circa un quarto delle risorse complessive (circa 1,9 miliardi), mentre il 10% più ricco ottiene più di un quinto delle risorse (1,6 miliardi)”.
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