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Anche per accedere alla fiera di Gagliaudo tra i Mercati è necessario avere il Green pass come previsto da DL n 52 del 2021 che estende alle sagre e alle fiere locali l’obbligo del GP. Infatti, all’uopo, sono stati posizionati dei varchi per verificare gli accessi alla fiera e alle bancarelle locali.

Un provvedimento che non ha nulla a che fare con l’emergenza sanitaria ma che risulta essere solamente punitivo e ricattatorio nei confronti di chi ancora non ha deciso di sottoporsi alla inoculazione del siero sperimentale.

Punitivo inoltre anche per i gestori dei locali e gli esercenti ambulanti che potrebbero vedere ridotta la clientela e il pubblico ammesso alla manifestazione o all’evento. Una tradizionale vetrina rovinata nella sua essenza più profonda e cioè quella di garantire l’accesso maggiore del pubblico e dei potenziali acquirenti dei prodotti che il territorio offre.

Un provvedimento illogico considerato che l’evento si organizza all’aperto e, come è noto, all’aperto il pericolo di contagio sia minore. Molti commentatori stranieri ormai stanno definendo la tendenza politica italiana come quella di uno Stato che tende a costituire una sorta di apartheid nei confronti di una quota di cittadini italiani.

Infatti ormai molti locali, molti luoghi, mezzi pubblici e altro sono vietati a chi non possiede il Green pass. Ciò di fatto significa escludere dalla vita sociale e relazionale una quota di cittadini che stanno semplicemente esercitando la libertà di scelta, secondo i principi costituzionali e in assenza di un obbligo.

Anche in Europa i media più autorevoli stanno sottolineando con stupore la deriva autoritaria italiana che attraverso divieti e negazioni surrettiziamente stanno spingendo per un obbligo vaccinale pur in presenza di una quota consistente di italiani vaccinati e in assenza di dati sanitari allarmanti.

Persino il diritto al lavoro, riconosciuto come fondamento costituzionale della Repubblica Italiana, viene di fatto pesantemente attaccato proprio attraverso l’obbligo del green pass ‘sine qua non” è impossibile esercitarlo.

Luigi Manzini