La povertà assoluta in Italia è in forte crescita, lo dichiara l’Istat nel rapporto del 24 giugno 2021 sulla situazione del paese.
Le misure di sostegno adottate dal Governo, l’aumento delle prestazioni sociali, hanno favorito una piccola ripresa economica nel 2019 ma, rispetto a prima della pandemia, a maggio 2021, sono stati registrati 735 mila occupati in meno rispetto al recente passato.
. Nel 2020 la povertà assoluta ha riguardato oltre 2 milioni di famiglie e quasi 6 milioni di persone. Un dato che impressiona se si pensa che l’Italia, a differenza di altri paesi europei, non è ancora uscita dalla crisi del 2007-2008:praticamente il nostro Paese è passato da una crisi all’altra da almeno un quindicennio senza aver avuto la capacità di recuperare dati e prestazioni anteriori alla crisi finanziaria del 2008 quella di provenienza statunitense detta anche “la crisi dei mutui subprime”.
il peggioramento delle condizioni economiche è percepito e tocca il 20% della popolazione, in particolare al nord ed è evidente anche dall’ alto calo dei consumi in concomitanza con l’aumento della povertà assoluta.
In Italia, inoltre, 3 milioni di persone hanno avuto problemi per le spese alimentari durante la seconda ondata del covid-19 lo sottolinea la Coldiretti elaborando i dati Istat che attestano intorno ai 5,6 milioni le persone in povertà assoluta. Circa 1 milioni in più rispetto all’anno precedente.
“Un numero crescente di persone è costretto a fare ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente ai pacchi di aiuto alimentari”. Tra i nuovi poveri “persone che hanno perso il lavoro, piccoli artigiani o commercianti che hanno dovuto chiudere”, e ” persone e famiglie che mai prima d’ora avevano sperimentato condizioni di vita così problematiche e disastrose”.
Secondo Eurostat l’Italia è tra i paesi europei quello dove l’incremento del tasso di rischio di povertà è stato tra i più alti in assoluto con perdita importante di percentuale di reddito familiare annuale.
.In conseguenza di ciò, stante perdurare della crisi e senza investimenti massicci da parte dello Stato, potrebbero aumentare negativamente gli indicatori della povertà assoluta in Italia per i prossimi anni.
In uno dei primi discorsi di analisi economica da parte del premier Draghi parlo al contrario della necessità di procedere alla “demolizione controllata di interi settori dell’economia italiana”.
Ci si domanda: perché e per fare posto a chi?
Luigi Manzini
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