
Colombo, Churchill, Gandhi, Montanelli. In questi mesi sono tutti accomunati da un revisionismo popolare che ha portato all’abbattimento delle loro statue erette in tutto il Mondo. Colonialisti, stupratori, schiavisti e
razzisti o illustri personaggi che con le loro gesta hanno cambiato il Mondo?
Anche ad Alessandria ci si spacca in due.
Giorgio Barberis, docente UPO di storia e pensiero politico non è un iconoclasta radicale, salverebbe statue e monumenti di pregio che abbiano un valore artistico ed architettonico. Piramidi e Colosseo, insomma, seppur per la loro realizzazione morirono moltissimi schiavi – nell’anfiteatro avvenivano perfino giochi sanguinari con le fiere – hanno ragione di esistere. “Sono favorevole a mettere in discussione i riferimenti culturali, addirittura anche la toponomastica”.
Insomma, gli eroi cambiano in base alle sensibilità del momento, l’importante è che non sia ‘passeggera’: “Benedetto Croce diceva che è sempre storia contemporanea: commentiamo i fatti con la sensibilità dell’oggi”.
Non sarebbero figli del loro tempo, Colombo, Gandhi e Montanelli? Per il docente vanno comunque distinti i meriti universali dalle vite private. Sulla statua del giornalista chiosa: “Anche Montanelli stesso avrebbe sostenuto che i monumenti sono fatti per essere messi in discussione”. E messi in un museo se non rappresentano più i valori contemporanei”.
Più decisa nelle idee è Marta Sofia del Laboratorio Sociale e del collettivo femminista NUdM: “Montanelli? Un fascista stupratore. Colombo? colonizzatore imperialista”. E poi spiega: “Ci troviamo in un momento storico, quasi di saturazione, in cui alcune posizioni e ideologie vengono messe in discussione per frustrazione e stanchezza da parte dei più deboli. Covid e l’omicidio di George Floyd (con il conseguente movimento black lives matter) hanno aumentato l’esasperazione”.
L’attivista puntualizza: “In Italia abbiamo qualche problema nel difendere icone discutibili. Le statue rappresentano ideologie e uomini di potere. Non è la prima volta che nella storia gli esempi popolari cambino. Chi difende certe idee passate non sa vivere il presente”.
Carmine Passalacqua, consigliere comunale e fervente monarchico, da conservatore della storia vede nei moti iconoclatsi uno sfregio al passato: “Chi sfregia una statua è uguale a chi ruba i fiori nei cimiteri. Chi sono loro per giudicare e sentenziare post mortem sui personaggi illustri che hanno meritato una statua? Non si può fare apologie e criticare a rotazione, a seconda dei sentimenti che scoppiano per induzione, ovvero quando la gente viene istigata, sobillata, portata a compiere atti di violenza”.
Sulle manifestazioni di piazza il consigliere considera, con la sua solita verve: “Mi chiedo dov’erano tutti questi ragazzi durante la pandemia. Ho visto tanti volontari darsi da fare e soprattutto l’Esercito montare ospedali da campo. Organizzare manifestazioni finte pacifiche che portano alla violenza contro monumenti e lapidi commemorative è solo un modo per offendere la memoria di quanti sono morti in terapia intensiva e tanti altri che hanno lottato per la sopravvivenza. Vergogna”.
1 Trackback / Pingback