Sicurezza in città o semplice comodità di raggiungere un locale? Il dibattito sull’apertura di piazza Santa Maria di Castello infuria anche se qualche ‘aggiustamento’ è stato fatto. Come quello del vicesindaco di Alessandria, il quale assicura che si può sempre tornare indietro se non dovesse piacere o non dovesse sortire gli effetti sperati. Il collettivo femminista che occupa l’ex Asilo Monserrato risponde colpo su colpo. Ecco la loro lettera aperta a Buzzi Langhi.
Caro vice sindaco, un paio di cosette. I giornali di oggi tornano a parlare di Piazza Santa Maria di Castello e della scelta della giunta di riaprire la piazza al traffico nelle ore serali. La polemica esplosa nei primi giorni di gennaio ha visto mobilitarsi molte/i cittadine/i pronte/i a difendere uno dei pochissimi spazi in città chiusi alle auto e quindi totalmente agibili per pedoni, ciclisti e bambini che giocano. Anche la Casa delle donne e Non una di Meno hanno partecipato alla colorata e ironica iniziativa organizzata nel giorno dell’epifania per salutare il passaggio delle prime macchine nella piazza.
Tutti sanno, è stato alla luce del sole da subito, per quale motivo l’amministrazione abbia concesso la riapertura nelle ore serali: rispondere alla richiesta di un locale che vuole fare più soldi e crede che un parcheggio nella hall chiamerebbe più clienti. La motivazione sembrava già abbastanza ridicola di per sé e mostrava chiaramente l’assenza di un progetto di sviluppo urbano in chiave ecologica e sostenibile che vada oltre le ridicole misure emergenziali e a singhiozzo di “stop” alla circolazione delle auto … ma qui ad Alessandria non ci accontentiamo mai. Il vice sindaco Buzzi Langhi, nel corso della Commissione consigliare di martedì 14 gennaio, ha tirato fuori un cult niente male, la cara vecchia sicurezza, un evergreen della politica locale. E la sicurezza di chi se non di noi povere, indifese, deboli donne?
“L’abbiamo fatto per la sicurezza. Le donne non sono tranquille a tornare a casa”. Anzi, “le persone di sesso femminile” a voler riportare fedelmente (tanto per non farsi sfuggire l’occasione di sovrapporre genere e sesso biologico, Simone de Beauvoir vada a farsi friggere).Caro vice sindaco, un paio di cosette:
1. Le donne non sono una categoria indistinta che aleggia timorosa sulla città e che lei può utilizzare per cercare giustificazioni ad un provvedimento che non ha senso e che fa arrabbiare molti/e.
2. Le ricordiamo che la stragrande maggioranza delle violenze sulle donne avviene in casa tra le mura domestiche, ci aiuti a sfatare questo mito dello stupratore (se fosse poi nero sarebbe il top) che si nasconde di notte negli angoli bui e aspetta la sua preda. Certo succede, la violenza del patriarcato è ovunque, ma i dati raccontano altro ed è altrove che si deve intervenire. Detto questo se si vuole lavorare sulla sicurezza delle strade di notte si rendano quelle strade vive, si dia alle persone possibilità e motivo di uscire a piedi la sera e di riempire di vita ogni angolo buio. Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano, non le auto.
3. Non abbiamo la presunzione, a differenza sua, di voler parlare a nome di tutte le donne della città, ma sappiamo con certezza che per molte parlare di sicurezza significa parlare di una città meno inquinata, con un centro storico percorribile a piedi senza rischiare la vita, piste ciclabili, spazi in cui bambini e bambine possano giocare senza correre il rischio di essere investiti o di respirare secchiate di gas di scarico.Detto questo, restiamo in attesa del verdetto della giunta sull’efficacia del provvedimento di apertura al traffico. Buzzi Langhi ribadisce più volte che “se va male” la piazza verrà richiusa e che sono “pronti a tornare indietro”; ci chiediamo su quali basi valuteranno i risultati, se saranno le entrate dei locali, le donne che cammineranno con fare sicuro o chissà cos’altro.
Non Una di Meno Alessandria
Commenta per primo