Lavori malfatti, sul sito web tutte le carte e gli interrogativi

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

L’architetto Fulvio Perugini non si arrende: sebbene il Tribunale abbia archiviato il suo esposto contro i costruttori delle vie del centro con i famigerati blocchetti mangiasmog – che sono letteralmente saltati dopo poche stagioni – e di fatto gli inquirenti non abbiano trovato alcun colpevole per il cattivo lavoro svolto. Ma le strade sono state interamente rifatte, con doppio costo per la collettività. Possibile, si chiede Perugini – che per anni ha lottato praticamente da solo (aveva chiesto il supporto dei politici locali, ma niente) contro quella che ritiene un’ingiustizia – che nessuno possa rispondere del danno economico? 
Così ha aperto l’omonimo sito web www.fulvioperugini.it, su cui ha pubblicato tutte le pagine della relazione della Guardia di Finanza del 2015, incaricata di indagare sui lavori.

Alcuni documenti paiono particolarmente interessanti, proprio perché gettano interrogativi mai irrisolti, o perlomeno che andrebbero maggiormente approfonditi. Sono documenti ufficiali, dichiarazioni e verbali se non di dominio pubblico, perlomeno degli amministratori e degli inquirenti. 

Tutto ruota intorno al sottofondo che mancava, ed espressamente non realizzato, forse per ultimare i lavori il prima possibile.
In una lettera, il direttore dei lavori scrive espressamente di avere poca esperienza in in fatto di strade con autobloccanti, e che le case produttrici dei cubetti a spacco avevano rassicurato su questa possibilità. Ma forse, senza conoscere le strade in particolare. E in ogni caso sarebbe stata una valutazione parziale e non risolutiva.

L’ing. Neri del Comune di Alessandria all’epoca rispose all’Amag: come committente siete totalmente responsabili del lavoro, e che mai Palazzo Rosso avrebbe approvato una modifica sostanziale del progetto, senza una rigida procedura per il nulla osta. Eppure anche il Comune non è mai parso particolarmente battagliero, preferendo un ‘basso profilo’ che sa di complicità. Anzi, nonostante si contesti anche le modalità del subappalto, nessun consigliere, assessore o tecnico si è mai preso a cuore fino in fondo questo danno erariale. Altrimenti non si spiegherebbe la mancanza di colpevoli – penali o civili – di tutta questa vicenda. 

A tutti è parso sufficiente che Amag avesse rifatto le strade a spese proprie, come compensazione del lavoraccio su via Rattazzi e limitrofe.  Basta per chiudere la faccenda, visto che i soldi sono sempre degli alessandrini, e pertanto quelle strade sono state pagate (salate) due volte?