Se Asti non va ad Alessandria, sia Alessandria ad andare con Asti (e Alba). Il triangolo che non era stato considerato
In un momento storico in cui il turismo è diventato una leva economica indispensabile per il nostro Piemonte “occorre fare scelte oculate, mosse si dalla politica locale, ma soprattutto dall’opportunità di un posizionamento strategico per gli anni futuri”.
È quanto afferma il senatore di Forza Italia Massimo Berutti, a seguito della recente notizia dell’accorpamento di alcune Atl del Piemonte. “Il dibattito iniziato nelle ultime settimane (un confronto non nuovo ma nato già nel 2012) – prosegue – appare ancora piuttosto nebuloso, se non nella finalità, quanto nella progettualità futura”.
Le Agenzie turistiche locali (Atl) sono realtà consortili volute dalla Regione Piemonte, che attraverso bandi e finanziamenti diretti, ne permette il funzionamento e l’operatività. “Ecco quindi – dice Berutti – che proprio la Regione Piemonte prima di avallare, sostenere e favorire fusioni e accorpamenti vari dovrebbe valutare l’interesse dei territori, non rischiando quindi di escluderne alcuni”.
A questo vanno aggiunti alcune osservazioni e dati.
Se ormai è assodato che per il turista, soprattutto straniero, i confini amministrativi non hanno ragione di esistere (e quindi non ha logica scindere la Provincia di Asti dalla Provincia di Alessandria) è altresì importante considerare che i trend futuri guardano al contenuto dell’offerta turistica e non tanto al contenitore: questo significa che sempre più spesso il turista ricercherà l’esperienza e successivamente dove questa viene erogata. In altri termini, non sceglierà Alessandria, Asti o Alba ma sceglierà un prodotto turistico. Successivamente sceglierà dove poterlo ‘vivere’ e, a posteriori, come farà a raggiungere quella meta e solo in ultimo la struttura presso la quale soggiornerà. Occorre quindi lavorare sui prodotti e sull’offerta turistica.
Qualche dato
L’accorpamento delle tre Atl Alba, Asti e Alessandria con 1 milione 878 mila presenze e 826 mila arrivi diventerebbe la terza più importante Atl del Piemonte, dopo Torino e Laghi.
“Non bisogna dimenticare – aggiunge – che quando si parla di Atl Unesco Langhe-Roero e Monferrato dobbiamo ricordarci che un sito viene iscritto nella lista del Patrimonio mondiale solo se l’Unesco ne riconosce la presenza di un ‘Eccezionale valore universale’, l’Outstanding universal value (Ouv). L’Eccezionale valore universale proposto per Langhe-Roero e Monferrato è rappresentato dalla radicata cultura del vino e dallo straordinario paesaggio modellato dal lavoro dell’uomo, in funzione della coltivazione della vite e della produzione del vino. Tutta l’area degli Infernot riconosciuta dall’Unesco verrebbe in questo quadro Alba-Asti esclusa dalla competenza della nuova Atl, un paradosso non accettabile”.
Qualche altro dato chiarificatore
L’Unesco, tra core-zone e buffer-zone, ha riconosciuto 101 comuni. Da questa fusione sarebbero esclusi 9 comuni in core zone (su 29) e 22 comuni in buffer zone (su 72), sarebbe escluso inoltre anche il comune di Cella Monte, l’unico completamente in core-zone di tutta l’area Langhe-Roero e Monferrato.
Secondo Berutti “sarebbe quindi opportuno che a livello regionale si facesse un’ulteriore riflessione, per evitare ancora una volta di trascurare, in termini economici e di visibilità, taluni territori a vantaggio di altri”. Il prodotto turistico della provincia di Asti, di Alessandria e dell’Albese è lo stesso: collina, outdoor, enogastronomia, etc. Sono diverse è vero le ricadute economiche, la tipologia del turismo e anche la tipologia di accoglienza.
Infine la Provincia di Alessandria ha un secondo sito Unesco, spesso dimenticato, ovvero quello del Sacro Monte di Crea, quindi?
E’ questa “un’opportunità unica e irripetibile – sostiene – per far cresce tutto il Monferrato che da oltre cinque anni lavora per promuovere un territorio con un brand unico. Non sprechiamo quanto fatto sino ad ora. Atl unica si, ma Alba, Asti e Alessandria”.
Commenta per primo