Ancora furti agli orti sociali: così non si può andare avanti

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Nuovi furti agli orti sociali di Forte Acqui. La situazione sta diventanto insostenibile anche per la Caritas che ne gestisce una parte: ignoti continuano a rubare i prodotti della terra e a danneggiare le recinzioni. “Gli ortolani non possono che essere furiosi e demoralizzati. Se non si trova una soluzione, tutto il lavoro fatto dal 2015 ad oggi, sarà stato vano”.

“E’ iniziato tutto lo scorso novembre con i primi furti di verdura (a denunciare la cosa era stata, allora, l’Aps Cambalche), poi, un mese fa, la baracca che utilizziamo come ricovero attrezzi è stata scoperchiata e, infine, domenica sera sono stati forzati i lucchetti di una dozzina dei cassoni di cui dispone ciascun orto ed è stata fatta razzia degli attrezzi e e dei materiali al loro interno” a raccontarlo è Carlo Scardellato, responsabile del progetto “Orti solidali” di Caritas.
Un progetto attraverso il quale, a partire dal 2015, 78 lotti di terreno – grazie alla concessione in comodato d’uso gratuito del Comune di Alessandria e ai fondi messi a disposizione dalla Caritas Italiana – sono stati dati in gestione a soggetti in grave disagio economico, per la coltivazione di ortaggi per il consumo familiare, a pensionati e a cittadini del quartiere (una porzione di terreno è stata destinata alla coltivazione di ortaggi a favore della mensa “Tavola amica”, anche questa recentemente interessata da furti).

Il timore di Caritas è che il malumore porti le persone ad abbandonare lo spazio riportandolo alla precedente condizione di degrado.
“Abbiamo pensato a delle possibili soluzioni – aggiunge Scardellato – Siamo arrivati a fare un sopralluogo con un’azienda che si occupa di sicurezza ma, ovviamente, un’investimento per un sistema efficace avrebbe un costo eccessivo, soprattutto considerato che si sta proteggendo della verdura. Ci auguriamo, più che altro, che il Comune solleciti le forze dell’ordine e che parallelamente ragioni dell’attivazioni di ulteriori percorsi di riqualificazione urbana per quell’area, convinti che la riduzione del degrado passi soprattutto da progetti che stimolino la partecipazione dei cittadini”.