Salta fuori uno studio Enea del ’95: “Provincia inadatta per smaltimento rifiuti industriali”

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foto sogin.it

NUCLEARE? NO GRAZIE

  • IL COMITATO BOSCO LIBERO RISPOLVERA UNO STUIDIO ENEA
  • SECONDO UN ALTRO STUDIO LE FALDE ACQUIFERE SAREBBERO DA SALVAGUARDARE

Il Comitato Bosco libero dal nucleare costituitosi principalmente per promuovere ed organizzare le attività utili e necessarie ad impedire che il Deposito Nazionale di rifiuti radioattivi sia costruito nel territorio comunale di Bosco Marengo e in quelli confinanti, ha inviato a Regione, Provincia e Comuni due elaborati che giudica rilevanti ai fini della formulazione di un parere che evidenzi l’inidoneità del territorio ad accogliere il Deposito.

Gli elaborati sono stati recentemente consegnati ai tecnici incaricati dai Comuni di Bosco e Frugarolo. Il primo, reperibile in rete, è un corposo studio dal titolo “Geologia e idrostratigrafia profonda della pianura padana occidentale” realizzato dal CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche di Torino, dal Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino e dalla Regione Piemonte al fine di individuare nuove fonti di approvvigionamento idrico.

L’Allegato 40 di tale elaborato è una carta che mostra la posizione e lo spessore dei due acquiferi di Savigliano e Alessandria. Quest’ultimo si spinge, nella parte centrale, fino ai mille metri di profondità e costituisce una
importantissima riserva da salvaguardare.

“Studio sulla vocazionalità del territorio alessandrino ai fini dello smaltimento dei rifiuti industriali” realizzato dall’ENEA nel dicembre 1995, su incarico della Provincia di Alessandria, ha invece preso in esame tutta la documentazione esistente all’epoca e che ha riguardato in particolare aspetti fondamentali quali: vincoli antropici, vincoli naturali, suolo e sottosuolo, idrogeologia, idrografia superficiale.

Dice il Comitato: “Sovrapponendo i vari vincoli alla carta della permeabilità dei suoli lo studio ha rilevato che solo l’8,9% dell’intera superficie della Provincia presenta caratteristiche tali da accogliere eventuali impianti di smaltimento di rifiuti industriali. Sia il territorio di Bosco che quello di Frugarolo non rientrano in tale ambito”.

Lo studio, appunto, è datato 1995 e non tiene ovviamente conto che l’eventuale nuovo deposito verrebbe costruito seguendo modernissimi standard di sicurezza. Ma per il Comitato i rischi sono troppo alti.