La Coldiretti dichiara che, a causa del coronavirus, 4 milioni di italiani rischiano di restare senza cibo nel prossimo Natale. Fosse scritto così farebbe un altro effetto: 1 italiano su 15.
Sono, spiega l’associazione, quasi tutti commercianti ed artigiani che hanno dovuto chiudere l’attività, oltre che lavoratori a tempo determinato a cui non è stato rinnovato il contratto.
Si noti , la Coldiretti non dice che il raccolto, quest’anno, è andato male, infatti il virus non inaridisce le terre, non ne diminuisce la fertilità, insomma, non manca il cibo, non potrà mai mancare nelle società sviluppate, ma a 4 milioni di italiani manca il denaro per acquistarlo.
E’ questo a distinguere la nostra epoca da quelle precedenti: una volta si faceva la fame perché la produzione non bastava per tutti, c’erano limiti tecnici ed oggettivi; oggi, persiste questa piaga per volontà o incapacità di chi governa o di chi tira le fila di questa situazione.
Anche l’Anci (i Sindaci italiani) chiede buoni pasto per 4 milioni di persone confermando che la stima della Coldiretti era giusta: 1 italiano su 15 è a rischio fame. Però, si chiedono buoni pasto, pacchi alimentari, elemosina, carità, insomma un’opera buona, come se lo Stato dovesse guadagnarsi il Paradiso.
Non bonifici, accrediti sul conto corrente, una cifra da digitare al computer.eppure abbiamo visto come con un click sul computer si possono stampare tutti i soldi che uno vuole…!!!
Ancora troppa gente stenta a capire che l’economia non può reggersi sulla compassione, i buoni sentimenti, la generosità, il volontariato…
Quarant’anni di errori, terremoti, sciagure varie ed una pandemia non sono bastati a capire che forse è ora di cambiare registro. E di non credere più ad uno Stato che non mostra la capacità di tutelare i propri cittadini in momenti difficili e cruciali come questi dove si dovrebbero fare i maggiori sforzi proprio per difendere il lavoro, difendere la dignità e gli interessi del popolo.
Luigi Manzini
Commenta per primo