
Sabato 31 maggio, in Corso Romita ad Alessandria, davanti alla caserma dei Vigili del Fuoco e circondati da supermercati, esercizi commerciali e centri sportivi, il professor Manzini e il gruppo di “Svegliati Alessandria” hanno denunciato con ironia e amarezza il degrado del verde pubblico nella zona.
In un siparietto ormai rodato, il professore è scomparso dietro a un cespuglio gigantesco, scherzando sulla “natura selvaggia” che sembra essere l’unica beneficiaria della gestione del territorio urbano.
Una scenetta che strappa un sorriso, ma che introduce una realtà ben più preoccupante: l’incuria è tale che intere aree risultano impraticabili, con sterpaglie alte, erba rasata a metà – a detta delle commesse perché “era mezzogiorno e gli addetti dovevano andare a casa” – e un evidente abbandono che, oltre all’aspetto estetico, pone anche seri rischi igienico-sanitari.
Zecche, serpi e insetti infestanti trovano terreno fertile in questi spazi dimenticati, proprio accanto a luoghi ad alta frequentazione.
Una zona dunque tutt’altro che marginale, dove si intrecciano responsabilità amministrative e scelte politiche discutibili: “Se stiamo promettendo 40 miliardi per una guerra infinita che non serve a nulla – ha commentato Manzini – è chiaro che poi mancano i fondi per i servizi locali”.
Tra ironia, critica e denuncia, il messaggio è chiaro: questa non è solo incuria, è il sintomo di un disinteresse più ampio, che tocca anche la gestione economica e il senso stesso del bene comune.
Vanni CENETTA
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