Il laghetto dimenticato del quartiere Cristo: tra promesse, incuria e rospi in concerto

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Sembra un’istantanea della Florida, con le sue paludi e i suoni della natura selvaggia, ma siamo invece ad Alessandria, nel cuore del quartiere Cristo, davanti al famigerato “laghetto del fotovoltaico”, una piccola oasi naturalistica formatasi spontaneamente che oggi è al centro di polemiche, segnalazioni sui social e denunce da parte dei cittadini.
La’ dove un tempo si parlava di progetti di rigenerazione urbana e valorizzazione del verde, oggi domina l’incuria.
Le proteste dei residenti si moltiplicano, tra preoccupazioni sanitarie legate alla proliferazione di insetti come le zanzare o moscerini e la sensazione crescente di essere stati abbandonati.
Eppure, fino a poco tempo fa, non mancarono le buone intenzioni: volontari, giardinieri comunali, assessori e consiglieri – come Ravazzi – si mobilitarono per salvare fauna e flora locali con la promessa di una pronta rinascita, ma ben presto tutto si è arenato.
Qualcuno ha avanzato proposte, semplici e a costo quasi zero: “tombare” l’area, creare un prato, installare giochi per bambini, piantare alberi, destinare la zona ad area ricreativa e ludica.
Ma nulla è stato fatto.
Perché il punto non è solo “sanare” ma “mantenere”, in pratica serve una pianificazione a lungo termine, fondi stanziati con regolarità per la manutenzione, e un progetto chiaro che guardi al futuro.
E’ possibile dare nuova vita alla zona, installando, ad esempio, al posto del laghetto, una fontana come quella di Piazza Matteotti, magari con al centro un basamento con le sculture di Masayuki Koorida per coniugare decoro urbano e arte pubblica.
Intanto, tra rospi che cantano e rane che saltano, il laghetto rimane lì: monumento all’abbandono, specchio di un’amministrazione che pare sorda ai richiami della cittadinanza.
Serve svegliarsi, e in fretta sperando che questa situazione venga finalmente risolta e non solo raccontata.

Vanni CENETTA

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