Alla Ristorazione Sociale di Alessandria, il 22 marzo, organizzato dalla sezione DSP di S. Michele, si è tenuto un’interessante conferenza culturale dedicato all’Agenda 2030 con il professore Enzo Pennetta come relatore e Stefano Orsi come coordinatore del dibattito.
Pennetta, autore del libro ‘Agenda 2030’,definisce l’Agenda una subdola “rivoluzione colorata”, perché in premessa presenta obiettivi universalmente condivisibili che servono in realtà a far accettare contenuti molto più pericolosi per la democrazia e la libertà individuale.
L’idea di fondo è che l’Agenda 2030 sia stata confezionata come un pacco ben incartato, ma il contenuto, una volta accettato, si rivela tutt’altro che positivo.
Particolare attenzione viene posta al ruolo della scuola, individuata come terreno privilegiato per inculcare queste idee alle nuove generazioni senza un vero contraddittorio e contando sulla completa inertizzazione,costruita nei decenni precedenti, dell’istruzione.
Pennetta ha evidenziato come i contenuti dell’Agenda siano stati inseriti nei programmi scolastici obbligatori, senza alimentare alcun dibattito pubblico, evitando accuratamente ogni forma di discussione critica così da indurre i giovani a interiorizzare una visione banalmente preconfezionata dei contenuti stessi.
In Italia la situazione è meno avanzata rispetto ad altri paesi, ma la tendenza sembra chiara: formare individui privi di strumenti critici, accettazione di slogan ben confezionati senza alcuna capacità di ragionamento critico.
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