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Benvenuti al “Grande Concorso Galimberti – Caga e Scappa!”, l’ultima trovata di ignoti cittadini di Alessandria esasperati, che con una punta di genialità e tanta ironia hanno deciso di affrontare l’inciviltà dei padroni di cani che si ostinano a lasciare i marciapiedi come trincee di un campo di battaglia.
Il regolamento, chiaramente stampato sui cartelli affissi ai pali della luce di via Galimberti, non lascia spazio a interpretazioni: fai fare i bisogni al tuo cane dove capita, assicurati di non essere visto, evita le telecamere e… scappa!
Il tutto per concorrere a un premio a dir poco esclusivo: l’ambitissima Cacca d’Oro.
Dietro a questo sarcasmo c’è un problema fin troppo serio, che ad Alessandria, come in ogni città, sembra non trovare soluzione.
Passeggiare in via Galimberti e in altri quartieri non è più un’attività rilassante, ma un esercizio di equilibrio e attenzione per evitare spiacevoli incontri con “opere d’arte” lasciate dai più incivili tra i padroni di cani.
Questi individui, sempre più numerosi, dimostrano un totale disinteresse per il vivere civile, contribuendo a sporcare non solo le strade, ma anche il senso di comunità.
E mentre qualcuno prova a sfogare il proprio disappunto con iniziative come questa – ironiche, sì, ma che lanciano un messaggio chiarissimo – dall’amministrazione comunale non arriva alcuna risposta concreta. L’assessorato competente per il decoro urbano sembra non riuscire a mettere in atto misure efficaci per contrastare il fenomeno.
Dove sono i distributori di sacchetti? Dove sono le multe?
Dove sono le campagne di sensibilizzazione?
Certo, il problema è culturale, ma l’inerzia amministrativa non aiuta di certo a migliorare la situazione.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una città che in alcune zone somiglia a un percorso a ostacoli, con cittadini che si dividono tra chi subisce, chi si indigna e chi preferisce usare il sarcasmo per denunciare una società che sembra voler vivere senza regole.
Ovviamente non tutti i proprietari di cani sono da condannare.
Molti si comportano con responsabilità e rispetto, ma come spesso accade è sufficiente una minoranza di incivili per rovinare tutto.
Il “Grande Concorso Galimberti” non è solo una provocazione, ma uno specchio amaro della realtà.
E se la Cacca d’Oro può strappare un sorriso amaro, la speranza è che riesca anche a far riflettere chi di dovere.
Perché, alla fine, un sacchetto costa meno di una pessima reputazione per un’intera città.
E allora, Alessandria, cosa aspetti?
Per ora si scherza, ma il problema, purtroppo, è tutt’altro che divertente.
Vanni CENETTA
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