Il biennio 2020 2021 lo abbiamo chiuso ormai da tempo, adesso però è il momento di mettere in archivio anche i suoi effetti, le sue conseguenze. Lo sa bene il settore del gioco d’azzardo pubblico e legale che durante la pandemia ha pagato un prezzo altissimo: 166 giorni di chiusura nel 2020, quasi 180 nel 2021, a seconda delle regioni e delle diverse disposizioni di zona rossa e arancione.
Si parla di questo all’interno del nuovo report realizzato dalla CGIA Mestre e presentato di recente a Roma, in occasione dell’evento organizzato da Astro. Si parla del passato, ma soprattutto del presente e del futuro, come ci spiega Rinaldi della redazione di Casinosicuro.it: “Nel 2021 la raccolta del gioco è diminuita drasticamente, con un calo di oltre 28 miliardi di euro e una perdita per l’erario di 3,5 miliardi. Il 2022 ha invece segnato un ritorno alla normalità per il settore, con un immediato recupero della raccolta, che è aumentata di 15,6 miliardi (+85,9%) e un incremento del fatturato di 1,4 miliardi di euro. Nel 2023, la raccolta complessiva delle AWP/VLT è stata pari a 33,7 miliardi di euro, registrando un calo di 12,7 miliardi rispetto al 2019”.
Il calo, insomma, c’è ma il gambling sta provando lentamente a recuperare terreno: il numero degli esercizi con AWP è diminuito di oltre 8 mila unità rispetto al 2019, con 14 mila AWP operative in meno. Anche il numero delle VLT è calato di 3.400 unità, mentre il numero medio di VLT per esercizio è aumentato, suggerendo una tendenza verso esercizi più grandi. “Notizia ancora più importante – continua il gambling analyst di Casinosicuro.it – è che dal punto di vista fiscale, il comparto ha contribuito con 5,5 miliardi di euro di PREU nel 2023, pari al 47,5% dell’intero settore del gioco legale, a cui si aggiungono ulteriori 830 milioni di euro derivanti da altre forme di tassazione. Si sta recuperando insomma il livello pre pandemico e in questo senso saranno fondamentali i prossimi mesi”.
Numeri interessanti sono anche quelli che arrivano dal mondo dell’occupazione: “Le unità di lavoro sostenute dal sistema VLT AWP sono intorno alle 44 mila unità – conclude Rinaldi –anche se rispetto al 2019 sono oltre 7.500 in meno. È qui insomma che occorre investire, per far ripartire il settore ma anche per far riprendere tutta la nostra economia”. E per farlo servono riforme. Riforme che adesso non devono farsi aspettare.
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