Chiudono le edicole, segno dei tempi o crisi sociale?

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

edicola rivendita giornali
London: news stand at Cambridge Circus by Chris Downer is licensed under CC-BY-SA 2.0

Lo spunto lo ha dato il consigliere regionale Domenico Ravetti parlando della sua Castellazzo Bormida: l’edicola del paese (4.500 abitanti, non pochissimi) ha chiuso. Al di là delle motivazioni in cui il politico non può e non vuole entrare, riflette: “Cosa fare? In alcuni paesi la rivendita dei giornali è affidata spesso ai bar o, dove è possibile, ai piccoli negozi di vicinato o, in qualche caso, se ci sono, ai supermercati. Non so cosa accadrà a Castellazzo Bormida. Magari tra poco qualcuno riaprirà l’edicola oppure qualche esercizio commerciale attualmente in funzione aggiungerà la rivendita di giornali. Non so”.

Ravetti è sicuro che gli anziani – quanto anziani? – non leggano i giornali online e che sappiano riconoscere le fake news più dei nativi digitali, anche se i settantenni di oggi sono spesso smart, anche se non sempre accorti su come e dove attingere informazioni autorevoli.

Un anno fa Anci (associazione dei comuni italiani) aveva pensato ad un uso più esteso delle edicole per trasformarli più in erogatori di servizi, proprio nei piccoli centri in cui è difficile ottenerli. Ma anche in questo caso, la tecnologia a portata di smartphone è in competizione.

Informazione, democrazia consapevolezza, concetti estrapolati da conversazioni sul tema: come se sui tantissimi siti online di informazione nazionale e locale non si trovassero gli stessi principi e la medesima professionalità.

E’ un cambio epocale che avrà ripercussioni sociali e lavorative (già che la categoria dei giornalisti ‘giovani’ – a dispetto di quello che si possa credere – è tra le più sfruttate) ma non per questo bisogna averne paura. O i giornali cartacei si stanno accorgendo con 20 anni di ritardo del mondo che cambia?∎

redazione@lapulcenellorecchio.it