Cascina Boida da salvare: “Esisteva già nel 1486”

Aiuta il giornalismo indipendente

Supporta La Pulce nell'Orecchio in questo periodo difficile in cui l'informazione, anche quella scomoda, fa la differenza sulle fake news e la misinformazione.

Foto Mario Chichi

Non è un rudere, ma un pezzo di storia di Alessandria. La cascina Boida che verrà demolita integralmente per far spazio a un supermercato (Lidl) con parcheggio annesso – e qualche pianta, d’accordo – esisteva già secoli addietro e forse andrebbe ‘salvata’, almeno in parte.

Renzo Penna (ass. Città Futura) ricorda che della cascina esistono notizie sin dal 1486, molto prima dell’urbanizzazione del territorio. La “casina della Boida” è, ad esempio, rappresentata nella cartina del taglio al Tanaro dell’Ing. Battista Clarici, datata 1593, e in quella dell’assedio alla città di Alessandria da parte dei francesi, del 1657. In particolare Francesco Gasparolo, riferendosi a documenti presenti nell’Archivio di Stato, si è occupato dell’acquisto della “masseria Boida” avvenuto, da parte del marchese Ghilini, il 15 novembre 1729. La masseria consisteva “in un corpo di case civili e rustiche con chiesa e cassina cintata di muro all’intorno”. All’epoca dell’acquisto era di 52 moggia e con Vittorio Amedeo e Ambrogio Ghilini si ampliò, superando i duecento. Più di recente, nel 1807, gli abitanti del “Cristo” chiesero e ottennero dal Vescovo di officiare la chiesa, pregando i Ghilini di aprirla al pubblico. Il locale della chiesa, in seguito destinato ad altri fini, è tutt’ora presente e – lo abbiamo verificato – si trova come sostiene il Gasparolo, “quasi nel centro delle loro abitazioni”.