Telefoni cellulari e droga al carcere don Soria di Alessandria. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, per voce di Vicente Santilli, segretario regionale per il Piemonte del SAPPE, che da notizia del ritrovamento avvenuto nel carcere alessandrino: “Nella giornata di ieri, presso la Casa circondariale Don Soria, durante un normale giro di controllo è stato rinvenuto un piccolo sacchetto con all’interno cinque telefoni, cinque schede sim e relativi carica batterie. Poco più tardi, in uno dei cortili adibiti a passeggi, un altro piccolo pacco è stato rinvenuto con all’interno sostanza stupefacente di tipo hashish. I due pacchi sono stati lanciati dall’esterno dalla via laterali adiacenti all’istituto”.
Santilli ricorda gli allarmi lanciati dal SAPPE da diversi mesi: “Anche tramite i pacchi postali destinati ai detenuti si tenta di fare entrare nelle carceri di tutto. La Polizia Penitenziaria è impegnata nel contrasto di questo nuovo fronte di illegalità, che sta iniziando a creare grosse ed evidenti difficoltà al sistema”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, torna a sollecitare interventi urgenti da parte delle Istituzioni: “Non sappiamo più in quale lingua del mondo dire che le carceri devono essere tutte schermate all’uso di telefoni cellulari e qualsiasi altro apparato tecnologico che possa produrre comunicazioni nonchè altrettanto necessario è prevedere uno specifico reato penale per coloro che vengono trovati in possesso di cellulari in carcere. I penitenziari sono sicuri assumendo i provvedimenti necessari per potenziare i livelli di sicurezza e nuovi Agenti di Polizia Penitenziaria. Oramai anche il rinvenimento di cellulari, così come le aggressioni al personale, sta facendo statistica e senza un immediato intervento dell’amministrazione sarà sempre più difficile garantire la legalità e la sicurezza all’interno dei penitenziari italiani. La pur significativa carenza organica del penitenziario Don Soria di Alessandria viene colmata dalla grande professionalità degli uomini e delle donne della Polizia Penitenziaria in servizio”.
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