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L’attualità dei cieli di Alessandria in questi giorni, solcati da innumerevoli ed evidenti scie di aerei in ogni direzione,ha posto nuovamente l’interesse sulla tematica della possibile manipolazione del clima da parte dell’uomo e delle sue conseguenze sul pianeta.

Parlare oggi di Geoingegneria è un TABÙ anzi qualcosa di ancora più grave: quasi una bestemmia, nonostante esistano ormai solidi studi e ricerche sulla materia.

Inoltre, mentre fino a pochi decenni fa qualcosa trapelava, perché evidentemente non si erano ancora evidenziati i futuri sviluppi di un utilizzo geostrategico di questo tipo di intervento manipolatorio, ora l’argomento è completamente tutelato e coperto dal segreto militare, tant’è che anche nei motori di ricerca è difficile trovare documentazione che riporti la reale dimensione dell’intervento dell’uomo in questo settore. Nel frattempo si sono manifestati, in ogni parte del globo, sempre più spesso eventi meteorologici estremi: bombe d’acqua, trombe d’aria e uragani in zone che erano esenti da sempre, siccità estreme e prolungate. Nel contempo, zone da sempre desertiche (Arabia Saudita), stanno conoscendo periodi di forte piovosità e di cambiamento climatico profondo.

In contemporanea si è affacciato all’orizzonte la narrativa sulla problematica dei cambiamenti climatici, di origine antropica, e quindi la necessità e l’urgenza di una “transizione green”( entro il 2030) con tutte le implicazioni politiche,economiche, sociali planetarie.

Dal punto di vista del dibattito politico ormai si sono formati due schieramenti: c’è chi crede a possibili manipolazioni climatiche, attraverso la Geoingegneria , e viene definito complottista e chi invece è assolutamente contrario.

Insomma sembrerebbe una questione di FEDE come molti degli argomenti che negli ultimi tempi hanno attraversando il dibattito politico,soprattutto nei paesi occidentali

Si sono strutturate rigidità mentali e convinzioni di tipo politico/ fideistico che non ammettono né il BENEFICIO DEL DUBBIO né la metodologia della ricerca perché ormai tutto è diventato radicale: O SEI CON ME O SEI CONTRO DI ME!!

Ci si può domandare :a vantaggio di chi operano queste contrapposizioni e queste divisioni?

Gli antichi romani con il motto ‘divide et impera’volevano significare che la divisione, la rivalità, la discordia dei popoli soggetti giova solo a chi vuole dominarli.

Dunque questa tecnica socio politica romana potrebbe contribuire a spiegare il perché delle tante divisioni su temi fortemente pregnanti nell’ambito della nostra società.

In ogni caso così non è più possibile procedere: si stanno demolendo tutte le certezze del pensiero illuminista e razionale che ha caratterizzato ed ha accompagnato lo sviluppo e il progresso dell’uomo nei secoli.

Enrica Gardiol