“Sui binari (variabili) della lingua italiana”

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ferrovia binari

Il convegno, venerdì 13 gennaio alle 17,30 a Palazzo Borsalino

Iniziano con la metà di gennaio gli appuntamenti legati alla mostra “La ferrovia Torino-Genova. Una rotaia lunga 170 anni”, attualmente ospitata presso le sale di Palazzo Monferrato e aperta fino al 5 febbraio. Gli enti organizzatori – la Fondazione SLALA, la Camera di Commercio, il Comune di Alessandria, la Fondazione Cassa di Risparmio e l’Università del Piemonte orientale – hanno infatti previsto che l’appuntamento espositivo fosse accompagnato da un ricco programma di eventi che animerà i mesi di gennaio e febbraio.

Il primo appuntamento presenta aspetti di grande interesse e originalità. Tratterà infatti dei rapporti tra ferrovia e letteratura. Il titolo del convegno è: “Sui binari (variabili) della lingua italiana” e si svolgerà venerdì 13 gennaio alle 17.30 a Palazzo Borsalino.

L’idea di base nasce – ci dice il curatore della mostra e presidente del Comitato per i 170 anni della linea, Roberto Livraghi – da una scoperta recente, frutto delle ricerche del prof. Giuseppe Polimeni, il quale ha rinvenuto nella corrispondenza di Alessandro Manzoni una lettera indirizzata alla moglie in cui descrive da testimone oculare diretto i progressi del cantiere della linea Torino-Genova lungo il tracciato appenninico in prossimità del traforo dei Giovi. Il brano epistolare manzoniano è stato utilizzato per uno dei pannelli della mostra, ma ci è sembrato importante aprire anche uno spazio di riflessione e di confronto tra studiosi e ne è nato con stupefacente immediatezza un progetto pieno di fascino”.

Con il coordinamento di Ludovica Maconi e gli interventi introduttivi di Serena Quattrocolo e Roberto Livraghi, sono previste tre importanti relazioni: aprirà i lavori Ludovica Maconi (Università degli Studi del Piemonte orientale) con “Storie di parole di treni e ferrovie”; a seguire l’intervento di Claudio Marazzini (Presidente dell’Accademia della Crusca e professore emerito dell’Università del Piemonte orientale): Le «bellissime locomotive piemontesi». Un viaggio nei vocabolari dell’Ottocento; infine concluderà Giuseppe Polimeni (Università degli Studi di Milano): «Quell’eleganza che resulta dall’armonia e dal finito». Alessandro Manzoni scopre la strada ferrata.

Questa la dichiarazione di Serena Quattrocolo, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche Economiche e Sociali dell’Università del Piemonte orientale: “Per il nostro Dipartimento – che da anni è sede anche del corso di laurea triennale in lettere del Disum – è un onore ospitare un parterre tanto qualificato e un evento così affascinante. La serie di incontri legati ai temi della mostra, infatti, è stata pensata proprio per offrire spunti scientifici non convenzionali sulla questione del trasporto ferroviario, così cruciale per la città di Alessandria. La letteratura, l’organizzazione del territorio, la normativa, la musica sono tutti profili che vivono, in questa rassegna, legati dal fil rouge della linea ferroviaria Torino-Genova, che offre, dunque, un’occasione di incontro e di confronto tra rami del sapere tra loro formalmente distanti”.

La lingua italiana – spiega Giuseppe Polimeni – ha sempre rilevato l’attitudine ai viaggi e al movimento di chi l’ha parlata e di chi l’ha scritta, mandando a memoria, nell’uso e nel vocabolario (bagagli di parole, modi di dire, nomi di luoghi), gli spostamenti e le traiettorie che, per ragioni politiche, economiche, culturali, si sono snodati lungo le strade (“lastricate”, fin dall’etimo) di tutta la penisola. Nell’Ottocento, con tempismo straordinario e con rinnovata sensibilità, la lingua italiana fa propria la novità della strada ferrata (non più lastricata), poi ferrovia, costruisce e adatta parole, condivide termini e varietà. I binari (della lingua italiana come quelli della strada ferrata) non potrebbero non essere variabili, pronti a disporsi sul territorio, secondo la diversità degli uomini e della storia, strumento ideale per costruire, in tutte le direzioni possibili, la “città che non esiste”, garanzia unica di condivisione e di partecipazione. Il proposito del convegno è dunque quello di portare alla luce una storia, di persone e di parole, che è stata (ed è) slancio a condividere un’economia, una società, una cultura, ma anche e soprattutto una lingua, in un’Italia che desidera diventare moderna”.

Il seminario, aperto al pubblico, è organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche Economiche e Sociali dell’Università del Piemonte Orientale, dalla Fondazione SLALA e gode del patrocinio prestigioso dell’Accademia della Crusca.∎

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