La storia ci ha insegnato che le grandi civiltà del passato sono sorte e hanno avuto un forte impulso anche grazie all’apporto benefico dei corsi d’acqua del loro territorio. Il fiume fornisce acqua dolce, energia, cibo,materie prime,garantisce la possibilità di trasporti e di comunicazione e rappresenta un patrimonio da difendere,da salvaguardare per il presente e per le generazioni future.
Se vale questa premessa Alessandria con i suoi due fiumi dovrebbe essere una città doppiamente ricca di benefici e di potenzialità derivanti, appunto,dai suoi due corsi d’acqua.
Ma la sua storia recente ci ha insegnato, purtroppo, che ciò non si è realizzato anche per colpa dell’uomo, della sua negligenza, della sua mancanza di amore e di cura verso i corsi d’acqua.
Dal 1994 al 2019 Alessandria ha subito quattro alluvioni del Tanaro e due della Bormida.
Se andiamo ad analizzare le ragioni per le quali cioè sia avvenuto, in quasi tutti i casi, si è verificata per la trascuratezza degli alvei , per il restringimento delle sezioni di passaggio dell’acqua, per la mancata pulizia degli argini e del greto che hanno inevitabilmente creato le condizioni per le disastrose e dolorose alluvioni alla città di Alessandria negli ultimi 20 anni. Eppure nel tempo sono state destinate una quantità enorme di risorse finanziarie per la sistemazione dei fiumi di Alessandria,per il miglioramento del deflusso delle acque, per il rimodellamento e la costruzione di nuovi argini, per la collocazione di massi anticorrosivi sulle sponde e di altre opere destinate a fronteggiare la massa d’acqua e difendere il territorio. Eppure tutto ciò non è stato sufficiente a proteggere la città è il suo territorio dal pericolo di esondazioni
Sembrerebbe paradossalmente che i fiumi dell’Alessandria siano una risorsa solo per chi è chiamato a metterci mano!!
Ma al di là della battuta,per evitare il ripetersi di questi eventi disastrosi, l’AIPO nel 2013 ha appaltato la rimozione di 100.000 m3 di detriti dalle sponde del Tanaro e nel 2019 di altri 25.000 lungo le rive del tratto del fiume, dal ponte Meier al ponte Purtroppo per varie ragioni gli interventi non sono mai stati realizzati e restano amaramente due dichiarazioni di intenti disattese.
Questi lavori se fossero stati eseguiti avrebbero potuto contribuire a migliorare decisamente il deflusso delle acque e quindi rendere più sicuro il territorio alessandrino.
Anche il fiume Bormida avrebbe bisogno di interventi molto importanti sia a valle che a monte del ponte per Spinetta.
In primis la demolizione di un’isola che si è formata al centro del fiume, in prossimità della centralina elettrica, e poi la pulizia e la rimozione di tutti gli alberi e i rovi che si sono accatastati lungo le rive sia destra che sinistra nei pressi della località Stortigliona. Un altro problema rilevante, dovuto – in questo caso – al comportamento incivile dell’uomo- è lo scarico di rottami e ingombranti nel greto del fiume che costituiscono ostacolo al deflusso dell’acqua e contribuiscono all’ulteriore degrado e distruzione dell’ambiente fluviale.
Considerazione finale : il fiume non è vissuto e valorizzato dagli alessandrini, come avviene invece in altra città, ma subito ed ignorato salvo per le ricche voci di spesa e per i grandi fatturati che esso può generare.
Enrica Gardiol
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