Un otto marzo di speranza

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In un’ epoca come la nostra, che si professa civilizzata perché ha raggiunto mete inaspettate in quasi tutti i campi, i rapporti civili tra i sessi sembrano ancora una conquista lontana e la violenza contro le donne è diventata un fenomeno aberrante e quotidiano.

Solamente nel 2021 in Italia sono state settanta le vittime di femminicidio.

Purtroppo gesti siffatti, compiuti da uomini incapaci di crescere, che confondono l’amore con il possesso, non sempre arrivano a sentenza. Infatti ancora poche donne sporgono denuncia, perché entrano in una spirale di terrore e di dipendenza affettiva, in particolare nel caso di violenza domestica.

Addirittura spesso le vittime si ritengono, almeno in parte, colpevoli e responsabili di certi comportamenti da parte dei compagni e convivono con svalutazioni, imposizioni, pugni e schiaffi, accettando anche l’isolamento sociale.

Tutto ciò deve finire e finalmente iniziare un’epoca in cui anche l’uomo deve allearsi e sostenere le battaglie per l’emancipazione vera e concreta della donna.

Basta con la retorica e le liturgie che si ripetono stancamente una volta all’anno e poi tutto rimane come prima.

Basta con i cambiamenti decretati per legge,ma occorre lavorare e intervenire concretamente a livelli di processi culturali e di affiancamento sociale per il superamento effettivo dei cliché e degli ostacoli reali ad una vera emancipazione e per il progresso nel rapporto tra uomini e donne

Enrica Gardiol