“Ci risulta a dir poco fuori luogo – sottolinea Viola Cereda, portavoce del Comitato Stop Solvay – che ad essere presa ad esempio sia Solvay-Solexis. Quello stesso polo chimico che disperde in falda (una delle più importanti del Piemonte) sostanze tossiche (i PFAs) rendendo molto pericoloso l’utilizzo di quest’acqua anche per fini irrigui. Oltre a ciò, il costo della depurazione di quest’acqua per fini umani viene e verrà scaricato totalmente sulle spalle del sistema pubblico come nel caso di Montecastello che se vorrà mai tornare ad utilizzare il proprio pozzo pubblico dovrà munirsi di filtri tali da ridurre la concentrazione di C6O4 senza mai riuscire ad arrivare all’effettiva assenza di questa sostanza (e tutti gli altri PFAs) dispersi dall’azienda”.
“Ci chiediamo come sia possibile – aggiunge Anita Giudice, studentessa di Fridays For Future Alessandria – che i giovani e le giovani della nostra provincia siano così facilmente utilizzabili come merce di scambio a favore di un ricatto chiaramente basato sul profitto. Ci chiediamo il motivo per cui le dirigenti e i dirigenti delle scuole si ostinino a insabbiare la verità sotto mezze parole e vuoti silenzi, quando abbiamo la prova che le sostanze prodotte da Solvay sono le stesse che in Veneto hanno portato alla chiusura della Miteni condannata per disastro ambientale”.
Acqua avvelenata, per sempre. Quello che è già accaduto in Veneto si sta ripetendo qui con la connivenza delle Istituzioni.
“Siamo ancora più disgustate – aggiunge Viola Cereda – nell’osservare i consiglieri comunali che plaudono l’attività di Solvay proprio quando il mondo scientifico e le istituzioni preposte alla salvaguardia della salute pubblica e del territorio (ISS e commissione parlamentare ecomafie) chiedono rispettivamente emissioni zero per queste sostanze e sospensione dell’ampliamento della produzione. Queste richieste arrivano da dati oggettivi che attestano il grave inquinamento perpetrato da Solvay sul territorio. I nostri consiglieri plaudono la loro falsità nei confronti di noi tutti e la loro connivenza con la multinazionale, quella stessa azienda che ha nascosto informazioni circa la produzione del PFAs quali l’ADV7800 e che distrugge territori e vite qui in Piemonte così come in tutti i territori che si trova.”
Mentre si continua a raccontare a ragazze e ragazzi che Solvay “è un’eccellenza per scienza e sostenibilità” o che “l’acqua di falda è controllata e pulita”, il Comitato Stop Solvay e Fridays For Future Alessandria, non possono che sottolineare alcune urgenti domande che ancora attendono una risposta.
Com’è possibile che Arpa Piemonte abbia decretato l’ottemperanza di tutte le 32 prescrizioni previste dopo la richiesta di ampliamento della produzione e necessarie per il riavvio della produzione, considerato che tra queste vi era anche quella di eliminare tutte le perdite?
Come mai la Provincia di Alessandria, mentre sempre più studi sottolineano la pericolosità dei PFAs per le persone e per l’ambiente, autorizza un ampliamento della produzione di cC604 senza porre alcun tipo di limite stringente?
“Ma soprattutto ci chiediamo – concludono le attiviste – per quanto tempo ancora il lavoro e il guadagno avranno maggiore importanza della vita dei cittadini e delle cittadine più giovani?”
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