Alba levati, il tartufo ‘doc’ arriverà dal Monferrato

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Verso la tracciabilità analitica del Tartufo bianco pregiato del Monferrato

Il 26 settembre, ad Acqui Terme, presentazione ufficiale del progetto che creerà la banca dati DNA del tartufo per la valorizzazione economica e culturale di questo prodotto di eccellenza

Sabato 26 settembre 2020, dopo i rinvii del mese di marzo dovuti all’emergenza COVID-19, a Villa Ottolenghi (Acqui Terme, Strada Monterosso, 42 – dalle 17:00 alle 19:00) si terrà l’incontro : “Verso la tracciabilità analitica del Tartufo bianco pregiato del Monferrato”, organizzato dall’Università del Piemonte Orientale in collaborazione con il CNR e con il Comune di Alice Bel Colle (AL) per lanciare ufficialmente il progetto per il riconoscimento e la valorizzazione di uno dei fiori all’occhiello dell’eccellenza gastronomica del territorio piemontese: il Tuber Magnatum Pico, meglio noto come “Tartufo bianco di qualità”.

All’incontro parteciperanno numerosi Sindaci dei comuni del Basso Monferrato a riprova dell’elevato interesse che ha suscitato l’iniziativa; si tratta di mettere a punto un metodo di certificazione analitica dell’origine del prodotto attraverso la ricerca di microelementi tipici del territorio e l’analisi del DNA del fungo ipogeo nostrano.

Il progetto nasce da un’idea del noto ristoratore alicese Franco Novelli, poi messo a punto dal professor Vito Rubino del DISEI (Dipartimento di Studi per l’economia e l’impresa UPO) che sarà incaricato anche di seguirne gli sviluppi “giuridici”. L’iniziativa mira a creare un marchio collettivo certificativo “Tartufo bianco pregiato – Comuni del Monferrato”, il cui disciplinare garantirà l’origine del prodotto attraverso tracciabilità documentale e metodiche analitiche che verranno predisposte dall’Università del Piemonte Orientale. Il prodotto si porrebbe, in questo modo, all’avanguardia a livello globale, assicurando un’affidabile autenticità dei tartufi contrassegnati e certificati.

Gli aspetti analitici saranno studiati e curati dal professor Maurizio Aceto del DISIT (Dipartimento di Scienze e innovazione tecnologica UPO) che approfondirà il tema della ricerca dei lantanidi, terre rare presenti in modo specifico in ogni terreno e rintracciabili anche nel prodotto naturale. Il professor Guido Lingua, anch’egli afferente al DISIT, grazie alla collaborazione con il CNR – che il 26 settembre sarà presente nel novero dei relatori con Raffaella Balestrini Antonietta Mello – seguirà la messa a punto di una banca dati del DNA del tartufo bianco monferrino, per consentire una identificazione della genetica del prodotto locale.

Durante l’incontro pubblico, che sarà moderato dal giornalista del Secolo XIX Giorgio Carozzi, interverranno i direttori del DISEI e del DISIT Massimo Cavino e Leonardo Marchese. «Siamo convinti — commenta il professor Vito Rubino — che questa iniziativa potrà utilmente condurre alla valorizzazione del territorio attraverso numerose iniziative di marketing che comporteranno ricadute benefiche su tutti gli operatori, turistici e non, della zona.»